Come dichiarare le criptovalute: la guida dell’esperto

Quando si parla di criptovalute, bisogna sempre rivolgersi a un consulente esperto di materia fiscale, essendo un mondo in continua evoluzione. Anche sulle modalità di dichiarazione dei redditi c’è molto da imparare, ma questo articolo può darti tutte le dritte su tutto quello che c’è da sapere tra criptovalute e modello 730.

Dichiarare le criptovalute in Italia: guida aggiornata al 2024

La disciplina fiscale delle criptovalute in Italia è in continua evoluzione, ma in generale, il possesso e le transazioni con criptovalute devono essere dichiarate nel Modello Redditi.

Già a partire dal 2023, è in vigore l’obbligo di monitoraggio fiscale per le criptovalute; questo significa che bisogna comunicare all’Agenzia delle Entrate il possesso di criptovalute detenute all’estero, tramite il quadro RW del Modello Redditi. Sulle criptovalute detenute all’estero si applica l’imposta sul valore delle cripto-attività, pari al 26% sulla plusvalenza realizzata nel corso dell’anno fiscale.

Ma sono disponibili numerose novità per la dichiarazione dei redditi per il 2024.

Ecco quali sono le novità per il 2024

Con il modello 730/2024, l’obbligo di monitoraggio fiscale è stato integrato nel modello stesso, con l’introduzione del quadro W, che è la vera novità introdotta per semplificare la dichiarazione delle criptovalute detenute all’estero. In questo quadro, i contribuenti devono inserire informazioni specifiche sulle proprie cripto-attività, ai fini del monitoraggio fiscale e del pagamento delle imposte.

Nel Quadro W è necessario dichiarare il nome della criptovaluta, il numero di unità di criptovaluta possedute, il valore della criptovaluta in euro al 1° gennaio 2023 e quella in euro al 31 dicembre 2023. Inoltre, devono essere indicati i giorni che si è posseduta la criptovaluta nel 2023, insieme all’eventuale imposta patrimoniale versata all’estero.

Criptovalute e controllo dell’imposta fiscale: evoluzione dal 2016 ad oggi

L’obbligo di dichiarare le criptovalute in Italia è stato introdotto gradualmente negli ultimi anni, con l’evolversi del panorama normativo e il riconoscimento delle criptovalute come asset finanziari.

Il primo riconoscimento risale alla circolare n. 20/E del 2 giugno 2016 dell’Agenzia delle Entrate, con la quale è stato chiarito che le criptovalute sono da considerarsi reddito da lavoro autonomo se derivano da attività di mining o trading professionale.

L’anno successivo, nel 2017, abbiamo il Decreto Fiscale Collegato alla Legge di Bilancio 2018 (D.L. 24 ottobre 2017, n. 147), che ha introdotto l’obbligo di monitoraggio fiscale per le criptovalute detenute all’estero: i possessori dovevano comunicare all’Agenzia delle Entrate le informazioni relative alle proprie cripto-attività tramite il quadro RW del Modello Redditi.

Tutto questo lavoro fino alla Legge di Bilancio 2023 (L. 29 dicembre 2022, n. 193), a partire dalla quale si è cominciato a parlare di un regime di tassazione specifico per le criptovalute, definendo l’imposta sul valore delle cripto-attività (IVC), pari al 26% sulla plusvalenza realizzata nel corso dell’anno fiscale.

È con il Modello 730/2024 che scatta l’obbligo di monitoraggio fiscale, ufficialmente integrato nel modello stesso, con l’introduzione del quadro W; questo nuovo quadro semplifica la dichiarazione delle criptovalute, permettendo di inserire direttamente le informazioni relative alle proprie cripto-attività.

L’obbligo di dichiarare le criptovalute in Italia è stato introdotto gradualmente a partire dal 2016, con l’evolversi del quadro normativo e il riconoscimento delle criptovalute come asset finanziari. Oggi, la dichiarazione è semplificata grazie al nuovo quadro W del Modello 730/2024.

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