I tempi di coda medici spiegati dal direttore dell’ASL Taranto

TARANTO – Il direttore dell’ASL di Taranto, Stefano Rossi, intrattiene una conversazione per spiegare il suo punto di vista nel dibattito per i tempi di coda medici.

Direttore Rossi, intanto ha incassato nelle ultime ore l’accordo dei sindacati del comparto che contestavano la mancata attuazione di intese già raggiunte ma inapplicate…
Parto dal dato politico: c’è un accordo e questo è un dato positivo perché le relazioni sindacali reggono se ci sono gli accordi. Se è mancato qualcosa nel corso dell’attuazione dell’accordo, questo non dovrebbe incidere sulle relazioni sindacali e non può essere oggetto di nuova vertenza sindacale. Ma piuttosto da parte mia di intervento sulle tecnostrutture, sui dirigenti, sui funzionari perché gli accordi si declinino in atti concreti.

L’accordo è anche con i medici?
Abbiamo concordato un percorso e questo non perché ci sono idee contrapposte tra parti datoriali e parti sindacali, ma perché spesso all’interno delle stesse parti sindacali non c’è una visione condivisa. Nelle ultime riunioni, infatti, non tutte le sigle sindacali si sono presentate.

Liste d’attesa, oggi (ieri, ndr) sono pubblicati sul sito istituzionale i tempi medi d’attesa come prevedeva da tempo la norma. Perché questo ritardo?
Non c’era alcuna volontà di tenere nascosti i dati (relativi ai codici B, breve, e D, differibile), ma abbiamo dovuto prima chiedere quei dati dei Cup e delle prestazioni alla software house che li elabora. Poi ci è voluto un po’ perché venissero rielaborati esattamente nelle modalità richieste dalla norma.

Cosa emerge?
Dal 70 al 90% i tempi sono rispettati con alcune criticità su cui noi ci impegniamo ad intervenire. Ma, attenzione, attese più lunghe in alcuni punti erogativi ci dicono anche che lì c’è un maggiore appeal e, quindi, che gli utenti preferiscono attendere. Molti rinunciano a date più vicine ma in sedi più distanti per ragioni che spesso hanno a che fare con problematiche di viabilità, di trasporti, di servizi e di aspetti squisitamente sociale di cui il Sistema sanitario nazionale non può farsi carico.

Quali le azioni in campo?
Abbiamo misurato nel 20% il delta tra la nostra offerta e la domanda. Metteremo in campo tutto quello che è possibile, ma realisticamente non si può pensare di aumentare l’offerta per compensare la domanda. Non si riesce a fare perché manca il personale. Dobbiamo piuttosto ottimizzare l’offerta anche perché, dopo aver prenotato, spesso gli utenti non si presentano. E’ evidente che la sanzione prevista non funziona da deterrente, né è sufficiente l’azione di recalling. Il piano aziendale per le liste d’attesa prevede una suddivisione per zone omogenee del territorio e un’attività di recall diversa da quella attuale allo scopo di pulire le liste e riallocare correttamente chi non ha trovato collocazione.

La colonscopia è la criticità maggiore con un’attesa anche di un anno…
Sì, lo so, è sconcertante. Infatti, mi sono chiesto se chi sta facendo oggi la colonscopia abbia aspettato un anno. Ma abbiamo verificato che nessuno ha prenotato un anno fa.

Ed allora?
Questo dimostra che dobbiamo lavorare meglio su quelle liste che spesso finiscono per l’essere intasate. Il fenomeno va governato meglio con l’aiuto di tutti.

Ma non potrebbe anche significare che quell’ambito è orfano di screening?
In realtà, quell’ambito è orfano di primario, di chi governa il tutto. Comunque, il concorso per la gastroenterologia è stato bandito, le domande sono arrivate, contiamo di chiudere presto quella partita.

Anche se poi i concorsi sembrano durare una vita…
Farà sorridere, ma la difficoltà è nella comporre le commissioni dove per legge deve essere sorteggiato almeno un componente di fuori regione. I quali spesso non accettano l’incarico per una serie di ragioni.

Sul fronte delle attrezzature, invece, passi avanti ne sono stati fatti. Cos’altro c’è in pista?
E’ stata recentemente deliberata l’aggiudicazione di due acceleratori lineari acquistati con i 70 milioni di dotazione per Taranto. Gara conclusa e vanno avanti i lavori per la tomografia sempre al Moscati. C’è una gara fatta in sinergia con l’Asl di Brindisi per la Iort, la radioterapia intraoperatoria. Abbiamo sostanzialmente messo in pista tutte le gare per i primi 50 di quei 70 milioni e stiamo fondamentalmente rispettando il cronoprogramma nonostante le lungaggini della burocrazia.

Lungaggini anche e ricorsi per il nuovo ospedale San Cataldo?
Intanto, proprio ieri è arrivata la comunicazione da Invitalia dell’aggiudicazione definitiva. Il ricorso al Tar della società classificatasi al secondo posto è fissato al 29 ottobre per la definizione del merito.

Nel frattempo?
Non stiamo perdendo tempo. Stiamo andando avanti nelle attività di esproprio. Ci siamo immessi nelle aree dopo aver completato le procedure di esproprio. Abbiamo anche fatto la gara per lo sminamento bellico. Inoltre, si sta procedendo alle verifiche amministrative previste dell’aggiudicatario.