Corato, presto sarà inaugurata la mostra Bunker

Sarà inaugurata in occasione del 25 aprile, Festa della Liberazione d’Italia, la mostra Bunker, la personale di Michele Giangrande curata da Alexander Larrarte. La mostra, realizzata grazie a CoArt Gallery con il patrocinio del Comune di Corato con il contributo critico di Giusy Caroppo e Roberto Lacarbonara, si terrà in via Lapergola a Corato, in provincia di Bari e sarà una grande occasione per mettere in evidenza le bellezze di questo comune. La mostra Bunker è una mostra d’arte contemporanea che sarà condotta in maniera totalmente diversa dalle comuni mostre: la personale sarà allestita negli spazi angusti dei sotterranei di Via La Pergola, tra le pareti in cemento claustrofobiche che rievocano un passato lontano.

Insomma, la mostra invaderà nel vero senso della parola il sottosuolo coratino. Da una piccola porticina in ferro a livello stradale si accederà a una ripida scala che porterà direttamente verso le viscere della terra. L’impatto con l’ambiente stretto e buio permetterà di addentrarsi tra le opere, realizzate apposta per l’occasione. A curare l’L’allestimento della scenografia è Angela Varvara con le musiche di Stefano Ottomano, che accentueranno il senso di malessere e disagio che si vuole trasmettere.

Mostra Bunker insolita e originale

Ancora una volta Michele Giangrande si conferma un grande artista, in grado di muoversi e manifestare in modo libero le sue opinioni e il suo modo di vedere il mondo dell’arte contemporanea. Il percorso che permette di fare la mostra Bunker di Corato è un omaggio a tutte quelle vittime senza nome di quelle guerre che hanno fatto morire tanti innocenti: proprio per questo le opere non hanno un nome.

La mostra vuole anche essere una sorta di legame tra i percorsi sotterranei del passato e le opere in cemento del presente, quasi a sottolineare come ognuno di quei passaggi si sia oggi trasformato. Il percorso permette ai visitatori di vedersi sia in veste di spettatori che di protagonisti. Il progetto sarà documentato da un film documentario diretto da Alessandro Piva, con la documentazione fotografica di Marino Colucci, Sfera.