Le opinioni dell’onorevole Caputo sulla cittadella della carità a Taranto

Taranto – Penso che questa struttura possa diventare il fiore all’occhiello nell’ambito di una visione diversa che bisogna avere della città. Io focalizzerei molto l’attenzione sulla ricerca e sulla prevenzione e da questo punto di vista, anche grazie alla chiacchierata avuta con il Presidente, avv. Salvatore Sibilla, penso che si possa mettere in campo qualcosa di importante, anche in accordo con la Regione, ma soprattutto utilizzando i Fondi europei, che spesso vengono utilizzati male. La Cittadella potrebbe diventare, un po’ alla volta, una struttura di rilievo. Ci sono gli spazi, c’è il management adeguato, bisogna coinvolgere gli stake holders del territorio, partendo dagli imprenditori privati con i quali va sviluppata una sinergia e poi con l’Università , che potrebbe svolgere qui una parte della ricerca”.

Queste le parole dell’onorevole Caputo, europarlamentare e membro della commissione “Ambiente e sanità pubblica” presso Strasburgo.

Sulla visita l’on Caputo ha affermato: “Dalla visita alla struttura traspare la passione per il prossimo del personale medico e paramedico. Mi ha colpito molto come il personale tratta gli anziani. Davvero un’eccellenza in questo senso, io ne ho visitate molte di strutture di questo genere e in poche ho trovato un coinvolgimento così sincero”. Sullo sviluppo della struttura l’onorevole Caputo ha dichiarato: “Prevedere l’ampliamento delle attività focalizzando l’attenzione sulla ricerca. Io trasformerei la Cittadella della Carità in Cittadella della Prevenzione, realizzando quello che era il sogno originario di mons. Motolese, diversificare guardando ai bisogni sociali del territorio. Questa struttura è enorme, ha molti spazi a disposizione, si può fare molto”.

Per una Taranto più funzionale. “ Taranto mi ha dato una sensazione di grande apertura e bellezza – ha affermato Caputo. Il problema è che in troppi anni non si è fatto nulla per salvaguardare la salute dei cittadini, bisognava lanciare qualche allarme, in Europa parliamo di early warnings. Se ne può uscire solo con una visione strategica, questa città deve riappropriarsi del proprio futuro con assets diversi, partendo dal mare e dall’ambiente, per ridare lustro ma soprattutto tranquillizzare, perché questo è un periodo dove l’allarmismo non aiuta”.