La cozza tarantina diventa alimento controllato e ricco di tradizione

Presso Taranto, le tradizioni culinarie del territorio sono costruite grazie ai prodotti che regala il suolo pugliese. Un’altra importante risorsa da non sottovalutare è la fetta di mare limitrofa alla regione, dalla quale si riesce a ricavare la Cozza tarantina: prodotto di qualità massimamente controllata e con una tradizione ricca alle spalle.

Di seguito la dichiarazione di Angelo Coltella, presidente di Confindustria Taranto: “Direi che è proprio giunto il momento di impegnarsi per valorizzare e promuovere l’immagine della cozza tarantina, sfatando quella triste fama di prodotto pericoloso per la salute che l’ha contraddistinta, a torto, in questi ultimi anni. Pensiamo di varare per il prossimo anno una grande manifestazione,, sul modello di ‘Calici di stelle’ , finalizzata a restituire alla nostra produzione quella fama che le spetta”

“Se la Regione dovesse procedere alla dichiarazione ufficiale di questo stato – dice Colella – sarebbe un ulteriore considerevole passo in avanti nella rassicurazione della salubrità e nel processo di valorizzazione della nostra mitilicoltura, che ha caratteristiche fortemente identitarie per il territorio ionico”.

“Nello sforzo di promozione della mitilicoltura ionica – continua Colella – bisogna agganciarsi alle nuove tendenze dello street-food, cui sono dedicate molteplici iniziative in tutt’Italia, e delle esigenze del turismo gastronomico, cui gli organi d’informazione nazionale (e non poche riviste specializzate) dedicano molto spazio. E i mitili tarantini meritano attenzione al pari del Primitivo di Manduria, della carne arrosto e del pane di Laterza e del capocollo di Martina Franca, per rimanere nel nostro territorio. Non a caso anni addietro nei migliori ristoranti d’Italia quando si servivano gli spaghetti con le cozze i camerieri non mancavano di aggiungere, se era il caso, la provenienza dai due mari. Oggi, invece, questo sembra un titolo di demerito, da smentire assolutamente”.
“Perciò, quando si parlerà di Taranto – conclude il direttore di Confcommercio – l’accostamento non dovrà essere più l’Ilva ma appunto la produzione dei due mari. I presupposti ci sono tutti e lo dimostreremo ampiamente nella grande iniziativa che pensiamo di tenere nel mese di maggio o giugno, quando la produzione solitamente è ai massimi livelli”.