Da Bari la riflessione di Luciano Canfora sull’anniversario della liberazione

BARI – l’intervista al professore Canfora in vista della giornata del 25 aprile è una riflessione seria e attuale della situazione odierna.

Professor Canfora, qual è il suo parere sull’istituzione dell’Osservatorio regionale sui neofascismi?

“Utilissimo. Il problema ce lo dobbiamo trascinare stabilmente perché l’estinzione del fascismo non è mai avvenuta, di fatto. E ora abbiamo un ministro dell’Interno amico di Casapound. È stata proprio Repubblica a pubblicare qualche settimana fa una foto simposiaca di Salvini che brinda con quelli di Casapound e la sindaca di Roma, appena un paio di giorni fa, ha detto pubblicamente in televisione che lo sfratto agli abusivi di Casapound viene impedito dal ministro dell’Interno. Quindi non c’è da strologare. È un fatto.

L’idiozia dei M5S è stata tale – in virtù della loro ignoranza perché non sanno cosa voglia dire il ministero dell’Interno – da regalare alla forza più destrorsa, xenofoba del nostro Paese il ministero in assoluto più importante che ha in pugno il Paese. La situazione è pessima”.

Rivendicare l’antifascismo alle basi della nostra Repubblica è allora quanto mai necessario?

“Un tratto strutturale del fascismo è stato quello di individuare il nemico esterno, o interno da espellere, gli ebrei ma anche tanti soggetti poi per polarizzare un fanatismo di massa contro un falso bersaglio. È un carattere fondamentale del fascismo e mi pare che ci siamo. Ce ne accorgiamo ogni tanto perché le carenze, le responsabilità e l’inettitudine delle altre forze politiche fanno crescere questa pianta”.

L’antifascismo è ancora un valore identitario da rivendicare a sinistra?

” Ho spiegato in maniera sommaria un carattere fondamentale del fascismo che nella Lega trova una reincarnazione di massa, compreso il legame mai interrotto con l’ala più retriva del ceto capitalistico. Perché questo si ripete sempre con gli industriali del Nord Est che vigilano e Berlusconi sempre lì pronto all’abbraccio come un’amante tradita. Il côté non si perde mai di vista, ma intanto il buttafuori ministro dell’Interno serve a convogliare un confrontopopolare, additando il falso nemico. È il ritratto del fascismo.

Ciò detto combattere tutto questo è doveroso. È inutile parlare di questione identitaria. È la lotta alla quale siamo tutti tenuti, richiamati e vocati. Se ci saranno partiti capaci di capirlo tanto di guadagnato”.

Sembra pessimista.

Spero che, al di là del balbettio generico e delle frasi tortuose di chi sa di aver fatto sbagli colossali che si possono rinfacciare in ogni momento, sorga qualche capacità di reazione. Non so nemmeno indicare da quale parte debba venire fuori. Abbiamo visto già il povero Zingaretti mettere insieme gli avanzi del renzismo, perché regni la pace interna che poi vuol dire paralisi interna. Non si va molto avanti con tattiche di questo tipo”.

In questo scenario il 25 aprile che significato assume?

“Il ministro dell’Interno ha dichiarato che non lo festeggia e andrà a fare non so che cosa. Ma Salvini da sempre ha ostentato questo rifiuto, perché il 25 aprile è l’unica rivoluzione italiana. La prima volta che un’insurrezione di popolo c’è stata è avvenuto il 25 aprile 1945 e con una partecipazione molto vasta.Nessuno tuttavia si illude di poterla dire trionfalisticamente come maggioritaria. Fu una grande insurrezione popolare che aveva degli obiettivi molto avanzati e salvò la dignità del nostro Paese, anche al cospetto degli Alleati che non gradivano che noi ci liberassimo con le nostre forze. È la data più importante della metà del Novecento. È stato ottenuto che diventasse festa nazionale ma non è mai stata accettata del tutto da una parte del Paese. Ed è la prova provata che il problema è ancora aperto, sul tappeto”.