Le Leggende di Vieste tra amore e folclore ancora oggi catturano l’attenzione

Nascosta sulle pendici del Gargano, la città di Vieste da sempre è stata patria di affascinanti leggende. Infatti, intrise di amore e folclore, le leggende di Vieste hanno reso questo territorio ancora più ricco e degno di attrazione, in grado di suscitare tante emozioni. Anche le sue origini affondano nella leggenda: alcuni fanno risalire le origini della città all’Antico Testamento e alla vita di Noè, il quale, dopo il diluvio universale, depose l’ancora sul monte Ararat in Turchia e viaggiò fino alle pendici garganiche.

Giunto qui rimase folgorato dalla bellezza del territorio e pare che proprio qui conobbe sua moglie, Vesta. In suo onore avrebbe poi fondato l’attuale Vieste. Tra le leggende di Vieste legate alle sue origini vi è quella che fa risalire il nome della città a Tolomeo nel II secolo a.C. e identifica la zona con la parola Apeneste, che in greco rifugio per la gente in fuga. Si suppone che qui giungessero gli adoratori di Estia, chiamata poi Vesta, e quindi Vieste.

Cristalda e Pizzomunno tra le leggende di Vieste più affascinanti

Ma tra le leggende di Vieste una delle più belle e senza dubbio delle più affascinanti è quella della storia tra Cristalda e Pizzomunno, il magnifico monolite che in realtà non è altro che un pescatore trasformato in roccia. La leggenda narra che quando l’attuale città era solo un villaggio composto da capanne e abitato da pescatori vi vivesse un giovane alto e forte di nome Pizzomunno. Nello stesso villaggio abitava anche una fanciulla di rara bellezza, Cristalda.

I due giovani si innamorarono e sembrava che niente potesse separarli. Ogni giorno Pizzomunno affrontava il mare con la sua barca e le sirene in suo onore emergevano dai flutti marini e intonavano dolci canti. Le creature marine offrirono spesso l’immortalità a Pizzomunno se lui fosse però diventato il loro re e amante. Ma il giovane amava Cristalda e questo fece tanto ingelosire le sirene che una sera, mentre i due amanti si incontrarono sull’isolotto, aggredirono Cristalda e la trascinarono nelle profondità del mare. Pizzomunno fu trovato il giorno dopo pietrificato dal dolore ed è il bianco scoglio che porta ancora oggi il suo nome.