A Bari la politica si unisce per risolvere il problema del Palagiustizia

Quello del Palagiustizia è un problema al quale la politica deve far fronte. Secondo l’onorevole Marco Lacarra del PD la politica deve unirsi per cercare insieme una soluzione da Bari. Ieri mattina, durante una conferenza stampa tenuta in via Nazariantz, nata per rispondere all’appello della Camera Penale di Bari che grida a gran voce la necessità di ridare dignità alla giustizia cittadina, Marco Lacarra ha rilasciato le sue dichiarazioni riguardo il Palagiustizia.

«Ci troviamo nella insopportabile situazione di non sapere cosa accadrà il 30 settembre – dichiara Marco Lacarra – nonostante a giugno il ministro abbia dichiarato in modo pomposo di aver risolto il problema. Il ministro venga a Bari perché ripristinare la funzionalità degli uffici giudiziari penali è una priorità. Mi piacerebbe che in questa partita ci fossero i parlamentari del M5S e della Lega, che sono stati silenti in questa situazione, nonostante abbiano avuto un grande consenso in questa città. Ma il successo elettorale si deve tradurre in una azione a tutela dei territori che i parlamentari rappresentano. Tutti insieme – ha concluso Lacarra – operatori della giustizia, rappresentanti delle istituzioni senza distinzione di partito, associazioni e cittadini. La giustizia è un valore che deve interessare tutti».

La prima a rispondere all’appello di Lacarra è stata la consigliera di opposizione Irma Melini: «Facciamo fronte unito per l’emergenza giustizia a Bari. Raccolgo così l’invito dell’on. Marco Lacarra, che ha risposto all’appello del presidente della Camera Penale Gaetano Sassanelli. Una posizione che in questi giorni ho già condiviso, vista la confusione in cui versa la città di Bari negli ultimi mesi, non ultima la proroga che verte su un diminuito pericolo di crollo (definizione assai ambigua), impone un cambio di rotta. Lo dico da mesi e sono pronta alla mobilitazione: occorre procedere con poteri straordinari che semplifichino e accelerino le procedure per individuazione di una sede unica».

«Sottoscriverò il documento se verterà su tre punti che trasmetto così ai colleghi: poteri straordinari, sede unica, tavolo interistituzionale – sottolinea – Quest’ultimo volto a coadiuvare il lavoro del ministro con un tavolo, che sia permanente, di confronto fra rappresentanti ministeriali, regionali, comunali e rappresentanti degli operatori del diritto (giudici, avvocati, dipendenti) fino all’individuazione anche della soluzione definitiva del polo della giustizia».