Colonna Miracolosa, leggende originate dalla sua storia unica

La colonna miracolosa è una delle tante cose che si piò ammirare nella basilica pontificia di San Nicola, sita nel cuore della città vecchia di Bari. Protetta da una serie di sbarre in robusto metallo, e nota anche come colonna dell’inferriata, la colonna miracolosa si trova nell’angolo in basso a destra, non appena si scende per la cripta della chiesa, e si tratta di un piccolo pilastro in marmo scarlatto, oggetto da diversi secoli di devozione da parte di molti fedeli di San Nicola.

Le leggende che ruotano intorno alla struttura rossiccia sono tante e sono sorte attorno al Dodicesimo secolo. Questa colonna viene nominata per la prima volta da Niccolò Acciaiuoli, consigliere di origine fiorentina della regina Giovanna I, che dettò testamento nella parte sottostante della basilica, proprio davanti al pilastro in marmo che sembra fu posto da San Nicola durante la costruzione della chiesa.

La colonna miracolosa funge da mediatrice verso il santo

Beatillo nel 1620 riunì le numerose leggende deducendo che San Nicola anticamente era arrivato a Roma per incontrare San Basilio, ma per caso passò dinanzi la casa di una donna di facili costumi dove si trovò ad ammirare quel pilastro affascinante. Così lo gettò nel Tevere e per miracolo si trovò nelle acque di fronte il porto di Mira e così la collocò nella cattedrale.

Quando le reliquie del Santo arrivarono a Bari videro galleggiare la colonna nelle acque davanti la chiesa ma nonostante molti provarono a prenderla non ci riuscirono. Nella notte del 30 settembre 1089, visto che mancava un pilastro nella basilica, San Nicola intervenne e la collocò con il supporto di due angeli. Da quel momento furono attribuite alla colonna miracolosa vari poteri, t5ra cui quello taumaturgico, che portò successivamente i fedeli a pregare per fare da mediatrice al Santo. Inoltre, ogni 6 dicembre, varie donne della città che sono senza compagno pregano la colonna miracolosa sperando di trovare marito.