La preziosa rarità custodita al museo Diocesano di Taranto

TARANTO –  Un vero e proprio boom di visite è stato registrato dal Museo Diocesano, che si trova presso la città vecchia. Il merito dell’aumento dell’interesse dei visitatori, si deve al quiz televisivo “L’eredità” il quale ha rivelato attraverso una delle varie fasi del gioco, la peculiarità unica custodita nel museo. All’interno del museo della città vecchia, è custodito il topazio lavorato più grande al mondo. Grazie a questa notizia, quando i visitatori decideranno di passare le vacanze a Taranto, non si perderanno di certo la possibilità di vedere una così preziosa rarità.

attraverso la domanda “Dopo la trasmissione giunsero da tutta la regione ad ammirare l’opera. E ancor oggi, quando entrano al Mu.di, i visitatori chiedono innanzitutto del topazio. Così dai dieci-quindici biglietti al mese venduti precedentemente si è giunti, in media, ai circa duecento, sempre mensili, che si registrano fin dall’inizio dell’anno. I dati, più che incoraggianti, sono di ottimo auspicio per il Museo diocesano, inaugurato sette anni fa”.

La storia del manufatto ci riporta alla sua creazione durante il secolo 1800, dove fu commissionato ad Andrea Cariello da Ferdinando II re di Napoli. La funzione attribuita alla preziosa pietra era quella di decorazione presso il tabernacolo della chiesa di San Francesco di Paola, luogo di grande importanza per l’antico regno delle due Sicilie. La gemma fu ricavata dalla spartizione di una più grossa, acquistata nel 1816 in Brasile da Ferdinando I.

Nicola Sammarco,  aiutato dal suo team di collaboratori, si è tuffato nel progetto di promozione del museo, assieme al direttore don Francesco Simone: “Molto ha inciso – continua – una maggiore apertura del museo agli eventi esterni, come concerti, rappresentazioni teatrali, mostre fotografiche e i recenti convegni nazionali dei notai e dei medici. In tali circostanze abbiamo sempre cura di sensibilizzare i partecipanti a una visita nelle sale e tale invito per la maggior parte viene accolto”.