A Taranto i matrimoni civili si terranno in una nuova sede

TARANTO – La votazione per il cambio di location nella quale celebrale i matrimoni civili ha dato esito positivo. La nuova sede sarà Palazzo Pantaleo, al posto di Palazzo di Città.

Alcuni membri del consiglio hanno reputato “irragionevole” la scelta di questo cambio. Di contro, il Palazzo Pantaleo vanta di una storia più composita di Palazzo Città: le sue stanze sono adornate da pezzi di antiquariato e i soffitti, situati ai piani superiori, dipinti da Domenico Antonio Carella, sono uno spettacolo da non perdere. L’opportunità da cogliere risiede anche nel fare conoscere meglio questo magnifico edificio a lungo dimenticato o ignorato dai tarantini. Infatti, difficilmente ci imbatteremo in qualcuno che sappia della sua esistenza, pur vantando di una storia tutt’altro che trascurabile.

Alla presentazione della Sala alla stampa da parte dell’assessore alla Cultura, Fabiano Marti e dell’assessore agli Affari Generali e alle Risorse Umane, Paolo Castronovi, si dichiara: 
«L’idea è piaciuta: sono dieci le coppie che hanno già deciso di sposarsi qui, dopo aver visitato il Palazzo: questo dimostra che la scelta del sindaco Melucci è stata quella giusta»

«Purtroppo sono ancora tanti i tarantini che non conoscono Palazzo Pantaleo – ha sottolineato l’assessore alla Cultura – Questa è l’occasione giusta per far sì che i nostri concittadini, ma non solo loro, si rendano conto di quanta bellezza, quanta storia e quanta arte siano in esso custoditi. 
Il suo valore artistico è enorme: l’Amministrazione sta dando ai cittadini il suo “pezzo” più prezioso. Perchè, non dimentichiamolo, tra tutti gli edifici antichi è proprio questo quello più importante della nostra città».

«Non credo ci siano tanti Palazzi storici in Puglia con tali caratteristiche e con una concentrazione così elevata di arte e cultura – ha concluso l’assessore Castronovi – Vogliamo che i “pezzi storici” che possiede la nostra città si trasformino in vere e proprie attrazioni anche per chi arriva da fuori. 
Magari proprio per celebrare un matrimonio».