Allarme da Cia Puglia per la crisi della campagna olivicola nella regione

Il presidente di Cia Agricoltori Italiani della Puglia, Raffaele Carrabba, ha sottolineato che la crisi della campagna olivicola nella regione è devastante, e così non si può andare avanti. Carrabba ha ribadito che si tratta di una via crucis estenuante per tanti motivi, dai furti continui nelle campagne alla scarsità della manodopera, una sofferenza costante che sta sfiduciando le aziende olivicole pugliesi ad andare avanti. Un altro fattore che penalizza il settore è anche il prezzo basso delle olive e dell’olio, che quest’anno ha una resa inferiore alla media, dal che il presidente di CIA Agricoltori Italiani della Puglia ha convocato un tavolo di crisi per trovare misure e soluzioni adeguate.

Devastante la crisi della campagna olivicola pugliese

Carrabba ha aggiunto che ad aumentare la crisi della campagna olivicola nella regione Puglia è anche il mercato, che al ribasso appare bloccato. Chi ha bisogno di vendere subito, ovvero la maggior parte, allo scopo di recuperare in parte i costi sostenuti, deve vendere il prodotto a 35-40 euro al quintale. Non solo, anche i prezzi del primo olio prodotto sono bassi, oscillano fra i 3,80 euro e i 4 euro al litro. Come sempre la qualità dell’extravergine in tutta la Puglia è eccellente, e quest’anno non ci sono stati danni della mosca olearia, ma la resa è bassa, in particolare nella provincia di Barletta-Andria-Trani e nel Barese.

Scarseggia anche la manodopera

Difficoltà ci sono state anche nel reperire manodopera, altro dettaglio che ha contribuito alla crisi della campagna olivicola in Puglia. Con l’assenza del flusso di lavoratori dell’Est Europa e dai Paesi extracomunitari, e anche di svariati collaboratori già formati e qualificati,le aziende hanno faticato per trovare manodopera. Non meno importanti sono stati i costi, ingenti e insostenibili, che sono perfino aumentati, dai prezzi di concimi alle irrigazioni di soccorso al gasolio e all’elettricità, tutti indispensabili per poter portare avanti la coltura delle piante. A contribuire alla crisi ci hanno pensato anche le frequenti calamità, siccità, gelate, grandinate, insomma non è mancato nulla.