Foggia: tornano i grani antichi nell’agricoltura biologica

Presso Foggia, è nato un nuovo progetto nel campo dell’agricoltura, il quale punterà all’identificazione di nuove sinergie genetiche da potere seminare tramite l’agricoltura biologica. Le varietà che troveranno modo di crescere saranno soprattutto quelle degli antichi grani mediterranei.

La conferma è avvenuto venerdì 8 Giugno, a seguito della conferenza stampa tenutasi in Masseria De Vargas che ha raccolto i pareri del comparto scientifico del CREA – CI Foggia(Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) e del Dipartimento di Agraria dell’Ateneo foggiano, rappresentati rispettivamente da Pasquale De Vita e dalla docente Marcella Giuliani.

“Siamo partiti da varietà di frumento di fine Ottocento e primi del Novecento – ha affermato De Vita – e le abbiamo confrontate con varietà moderne, allo scopo di verificare la loro effettiva attitudine al sistema biologico, riscontrando la superiorità di quelle antiche sia in risposta alle erbe infestanti e sia dal punto di vista prettamente proteico”. Obiettivo raggiunto, dunque, almeno in questa prima fase, incentrata, come ha spiegato la docente di Agronomia e Coltivazioni Erbacee, Marcella Giuliani, sulla ricerca di parametri di produttività e qualità: “In futuro – ha concluso– andremo avanti anche sull’analisi genetica, lavorando soprattutto sul profilo delle proteine, provando a individuare quali di queste varietà è più adatta anche dal punto di vista della digeribilità”.

L’attività è iniziata presso il terreno della Fondazione Siniscalco Ceci Emmaus, 400 ettari in filiera insieme con Mediterre.bio, Daunia & Bio e con il partner Alce Nero.

“Siamo orgogliosi di sostenere questi progetti che creano biodiversità e opportunità – ha dichiarato il rappresentante di Alce Nero – perché la capacità di poter scegliere e far crescere specie varietali nel loro territorio naturale, producendo poi pasta con specie varietali diverse, è una possibilità che ci è stata negata per molto tempo”

“Spesso si pensa al biologico come a qualcosa che debba essere semplicemente ‘lasciato in pace’ – spiega Rita de Padova, presidente della fondazione Siniscalco Ceci Emmaus- ma non è affatto così: è un comparto che richiede studi ed approfondimenti accurati, come e più del cosiddetto comparto convenzionale”.