Inno ad Alberobello di Pier Paolo Pasolini

ALBEROBELLO – Non tutti sanno quanto Pier Paolo Pasolini fosse rimasto incantato alla vista della regione Puglia e delle sue meraviglie naturalistiche e architettoniche. A testimoniarlo è un documento che attesta come il regista nel 1951 fosse venuto nella Valle dell’Itria in qualità di reporter e ne avesse annoverato le bellezza. In particolare il reporter si soffermò sulle meraviglie di Alberobello e scrisse un articolo sulle gravine e sui trulli, che lasciarono tutti a bocca aperta.

Pier Paolo Pasolini e la sua vena poetica

Dopo circa vent’anni da quella pubblicazione Pier Paolo Pasolini sparì in seguito ad un misterioso incidente, dopo aver dimostrato a tutti di essere uno dei maggiori intellettuali del panorama nazionale. Il documento sul Alberobello redatto dal regista non è mai passato inosservato e viene riportato sia sui manuali turistici che nei libri di geografia per scuole medie con la sua fotografia scattata sui trulli. In quel brano il regista ha fatto una vera e propria ode al paese con le sue bellezze e ha descritto i trulli e la location con espressioni che lasciano il segno e denotano la sua vena poetica.

Pier Paolo Pasolini descrizione di Alberobello nitida

L’autore racconta cosa i suoi occhi hanno visto in questa cittadina e tutte le emozioni che il suo cuore ha sentito alla vista di quell’ammasso di pietre impostate così sapientemente da creare delle costruzioni originali e ricche di fascino. La perfezione di queste costruzioni e la sua sorpresa nel guardarle traspare dalle sue parole. Nella sua descrizione Pasolini ha parlato dei vicoli della cittadina e di come si presentavano, descrivendo minuziosamente ogni dettaglio, in maniera così reale che sembra di vederselo comparire davanti.