A Bari Olisistem e Sorgenia scelgono la clausola sociale

BARI – Il periodo che la città pugliese sta affrontando, è caratterizzato dai problemi di mantenimento dei posti di lavoro. Ma non tutte le aziende si mostrano in crisi, infatti arrivano le rassicurazioni da Network Contacts, che ha rilevato la commessa di Sorgenia, nei confronti dei dipendenti di Olisistem, e soprattutto dei circa 200 a rischio di perdere il posto.

«Vogliamo salvaguardare gli interessi dei lavoratori – dichiara il direttore generale Giulio Saitti – Verso di loro c’è massima apertura, anzi non vediamo l’ora di esportare il nostro modello di azienda, basato su un forte investimento in termini di welfare. Speriamo arrivino presto, in modo che possano rendersi conto della nostra realtà, tranquillizzando se stessi e le proprie famiglie».

A seguito dei rischi, si è organizzata una protesta, avvenuta di fronte al sito di Modugno e l’appello a Sorgenia a rimanere con Olisistem, a causa della paura che anche con l’applicazione della clausola sociale ci siano rischi di licenziamenti.

«Ho saputo di questo stato di agitazione – sottolinea Saitti – ma forse c’è stata poca trasparenza nella comunicazione loro rivolta: nulla è pregiudicato, sono in stretto contatto con organi istituzionali e con le organizzazioni sindacali. Abbiamo un incontro il 10 luglio a Roma, ma già dalle piccole interlocuzioni emerge grande apertura e condivisione».

Stando a quanto dichiarato da Network Contacts sarebbe stata la stessa Sorgenia a chiedere loro di applicare la clausola sociale, mandando un chiaro messaggio di salvaguardia del patrimonio umano prima che professionale dei lavoratori coinvolti.

«Sorgenia – conclude Saitti – è una delle aziende più serie che esistano in Italia e non solo ci ha chiesto di applicare la clausola sociale, bensì di andare oltre ciò che prevede la legge, proponendoci di estendere il nostro intervento anche ai somministrati e ad altre forme di contratto che insistono su questa commessa. Da parte nostra, chiaramente, non c’è stato il minimo problema nell’accettare».