L’associazione ‘AttivaLizzano’ di Taranto alza la voce sulla discarica Vergine

TARANTO – L’associazione ‘AttivaLizzano‘ racconta la storia della discarica Vergine. “Nel mese di giugno la società Lutum, come ormai noto, ha acquistato i terreni sui quali insiste l’intero compendio della discarica Vergine, offrendosi di bonificarla e metterla in sicurezza, con il verosimile intento di richiedere l’autorizzazione alla continuazione dell’attività della discarica , così come ha affermato la dottoressa Musci, responsabile del Servizio Ambiente del Comune di Taranto. Questo è ciò che si legge sulla Gazzetta del Mezzogiorno del 25.10.2018“.

L’associazione ricorda come “la società Lutum, con un capitale sociale di 15.000 euro, finora inattiva, facente capo ad Antonio Albanese di Massafra, nel 2015 era già stata designata, dal presidente della Provincia Tamburrano, come soggetto subentrante nell’AIA  ai vecchi gestori della Vergine srl, manovra neutralizzata dagli attivisti della nostra associazione, nel Consiglio Provinciale di dicembre di quell’anno. Da allora abbiamo sempre guardato alla Lutum come ad una minaccia di riapertura della discarica, anche quando il presidente della Regione Puglia Emiliano e il Direttore dell’AGER  Grandaliano rassicuravano i cittadini e le associazioni attraverso televisione, stampa e incontri diretti, cercando di far credere che la discarica sarebbe stata acquisita, bonificata e definitivamente chiusa dalla Regione Puglia“.

La gestione di tutte le vicende legate ad una discarica, avendo questa ricadute pesantissime sul territorio, non può e non deve essere considerata un affare tra privati – afferma il presidente dell’associazione Angelo Del Vecchio -. Gli organi delegati al controllo, hanno permesso in passato che fosse rilasciata un’AIA senza linea di inertizzazione e ci sono voluti più di quattro anni di miasmi prima di attestare che questi provenivano dalla discarica“.

Noi cittadini dei paesi intorno alla discarica Vergine, che da più di quarant’anni, vediamo sversare rifiuti di ogni genere, in modo anche illegale, in un territorio che pur essendo in isola amministrativa di Taranto, è a noi vicinissimo, con conseguenze negative sulla nostra salute e sulla nostra economia a vocazione agricola e turistica, siamo titolari di una situazione giuridica che si chiama “interesse legittimo” – prosegue la nota -. Ciò comporta che le pubbliche amministrazioni  devono esercitare il potere attribuitogli, per la tutela dei diritti costituzionalmente garantiti, nell’interesse collettivo“.

Nell’imminenza di un ulteriore attacco ai nostri diritti, Attivalizzano ha inviato ai Sigg. Sindaci delle località interessate, una lettera che li invita a fare fronte comune contro un eventuale rilascio dell’autorizzazione alla coltivazione della discarica, a costituire un proprio organo di controllo competente, affiancato da cittadini facenti parte delle maggiori associazioni ambientaliste che sorvegli le operazioni di bonifica e messa in sicurezza della discarica, affianco agli organi di controllo delegati dalla Regione” concludono dall’associazione.