A Bari parte il progetto di ricerca per la guida sicura

BARI – E’ grazie al progetto di ricerca denominato “Apulia Smart Drivers” che si cercherà di creare un questionario di valutazione oggettiva per riconoscere i casi estremi di problemi legati a una guida non sicura.

«La Commissione medica locale – afferma il dottor Francesco Nardulli, responsabile del progetto per conto della Cml dell’Asl Bari – costituisce un osservatorio privilegiato per l’approfondimento di temi connessi ai programmi di prevenzione degli incidenti e alla promozione della sicurezza sulle strade. Si partirà a settembre. Abbiamo già dato le direttive al personale per reclutare i soggetti. L’obiettivo della ricerca è tracciare i profili cognitivi e di personalità di persone incorse in sanzioni disposte dall’Autorità per abuso di sostanze e altre violazioni del Codice della Strada. I profili saranno valutati anche in relazione all’età del guidatore, con particolare attenzione ai giovani (dai 16 ai 24 anni), in visita per qualsiasi motivazione, e agli anziani tra i 65 e gli 80 anni. Per inesperienza o tratti di personalità (i giovani) o per motivi connessi al deterioramento dello stato psico-fisico (gli anziani), sono loro ancor più degli altri a incorrere in incidenti con esiti drammatici. Saranno valutate complessivamente 320 persone. L’obiettivo è quello di individuare markers di personalità e cognitivi in grado successivamente di predire i comportamenti dei soggetti che con più elevata probabilità possano incorrere in difficoltà connesse alla guida e prevedere dei percorsi di training per la riduzione dei rischi».

«Così – aggiunge Nardulli – sarà messo a punto un protocollo affidabile di valutazione neuropsicologica e psicologica per la valutazione dell’idoneità alla guida, da diffondere tra le CML del territorio regionale. Inoltre, introducendo indici di elevata accuratezza diagnostica, si consentirà al personale della CML di indirizzare al meglio la propria indagine, rendendo la certificazione a guidare ancora più valida e attendibile e riducendo al minimo il rischio di eventuali recidive, un passo avanti significativo per il Servizio sanitario in termini di efficienza ed efficacia dei servizi. Tra l’altro, favorirà una cultura basata sul riconoscimento della propria tendenza a mettere in atto comportamenti rischiosi alla guida».

«Il progetto – continua Nardulli – riguarda solo i soggetti incorsi in sanzioni (alcuni di questi, ndr). Ma ce ne sono molti di più, ben più del totale dei visitati. Le segnalazioni non arrivano sistematicamente. Del resto, i medici sono tenuti solo a curare il paziente. Le informazioni che giungono regolarmente provengono, ad esempio, dalla Motorizzazione, a sua volta contattata dalla Commissione invalidi nel caso di iter riguardanti appunto l’invalidità. Gli stessi Ctu (i consulenti tecnici d’ufficio del Tribunale) trattano queste pratiche solo per quello che concerne l’aspetto economico, o comunque relativamente ai benefici che derivano dalle diverse percentuali riconosciute. D’altro canto, noi segnaliamo alla Motorizzazione se qualcuno non ha i requisiti per il rinnovo della patente. Bisognerebbe però che i medici monocratici, al lavoro presso le scuole guida, si astengano nei casi più complessi rimandando alla valutazione della Commissione medica locale (nel 2018 è accaduto in tutto il Barese solo… 10 volte, ndr). In altre province italiane il rapporto tra abitanti e visite è molto diverso. A Padova su 800 mila abitanti ci sono state 15mila visite, a Belluno più o meno quanto le nostre, ma loro hanno 250mila abitanti, mentre noi 1,2 milioni».