La Cementir a Taranto informa dei progressi dell’ultimo periodo

TARANTO – «Si chiudono con utili ante imposte doppi i primi nove mesi dell’anno di Cementir Holding. La società del gruppo Caltagirone ha fotografato profitti pari a 138,8 milioni, rispetto ai 66,9 milioni dello stesso periodo del 2017. In forte calo, invece, l’indebitamento finanziario netto sceso a 339,6 milioni, dai 536,6 milioni di dicembre 2017. Mentre i ricavi sono stati fotografati in crescita da 852 a 893,1 milioni con il margine operativo lordo che migliora, sempre nei nove mesi, da 154,9 a 163 milioni».
Così Il Messaggero, quotidiano di proprietà della famiglia Caltagirone. Sul giornale romano si legge che «nel periodo considerato, ha spiegato il presidente e ad Francesco Caltagirone Jr, il gruppo “ha beneficiato del contributo degli Stati Uniti per 12,3 milioni e del miglioramento in Belgio e Cina”. (…)Per quanto riguarda invece la riduzione dell’indebitamento di 197 milioni dall’inizio del 2018, essa è attribuibile principalmente all’incasso di 315 milioni per la cessione di Cementir Italia, parzialmente assorbita dal pagamento dell’acquisizione del 38,75% di Lehigh».

E’ ancora in bilico la questione riguardante i 67 lavoratori a rischio di licenziamento: «Purtroppo questa vicenda si è venuta a creare dal momento in cui lo stabilimento Cemitaly di Taranto ha sospeso le sue attività a causa della più generale crisi dell’Ilva per cui l’azienda lavorava come fornitrice, e così lo scorso 10 ottobre sono state avviate le procedure per il licenziamento collettivo di tutto l’organico del sito (pari, appunto, a 67 lavoratori). All’esito dell’incontro – spiega Borraccino – è stato sottoscritto da tutte le parti intervenute un verbale nel quale si è convenuto di avviare la procedura prevista per ottenere l’estensione sino al 21 dicembre 2019 della cassa integrazione straordinaria per tutti i dipendenti coinvolti. Contestualmente sarà attivato un percorso di politiche attive del lavoro finalizzato alla rioccupazione dei lavoratori, con interventi formativi volti a favorire l’aggiornamento professionale e il miglioramento delle competenze dei lavoratori nell’ottica della loro rioccupabilità. La Cemitaly, quindi, si è impegnata a revocare la procedura di licenziamento collettivo. Sono soddisfatto per l’esito di questa riunione – commenta l’assessore – che ha affrontato una vertenza particolarmente difficile e delicata che rappresenta bene le conseguenze nefaste su tutta l’economia del territorio tarantino che ha prodotto la crisi che ha colpito, in questi anni, l’Ilva e il suo indotto».