I pareri diversi sull’esito della crescita della città vecchia a Taranto

Presso Taranto, la città vecchia è protagonista di un dibattito che si divide tra innovazione e tradizione:

“Il risanamento di via Di Mezzo e del relativo contesto – evidenzia Loconte – presuppone la riapertura di tutti quei pittoreschi vicoli e scalette, un tempo pieni di vita, che collegano la parte alta (via Duomo) a quella bassa del quartiere, che si affaccia su Mar Piccolo. Un’attenzione particolare andrebbe riservata a scaletta Calò, che sfocia nel soprastante omonimo slargo, con la sua caratteristica corte, anche questa disabitata da anni. Nell’attesa dell’intervento restaurativo si potrebbe iniziare con il suo consolidamento e la messa in sicurezza, in modo da far ammirare ai tanti turisti (e ai troppi tarantini che ne ignorano l’esistenza) un ambiente tipico dell’Isola. La riapertura dei vicoli, non solo in questo ambito ma anche in maniera diffusa, consentirebbe tra l’ altro il recupero dei flussi di luce, aria e percorrenza che elementi irrinunciabili ai fini di una maggior vivibilità e del controllo del territorio”.

“Avremmo così – dice – un’Isola caratterizzata da tre importanti flussi di percorrenza che, in definitiva, ne narrano la storia nei suoi vari vissuti: via Paisiello, via Duomo e appunto via Di Mezzo, dai cui scavi potrebbero venire alla luce importanti ipogei funerari, la cui esistenza è documentata da studi archeologici approfonditi”.

“Via Di Mezzo, una volta risanata – continua Loconte -, dovrà essere interessata da un intervento di rigenerazione sociale magari col ricorso al social housing (per il quale sono stati stanziati gli opportuni finanziamenti), evitando le assegnazioni tipo alloggi popolari con le quali si è sostanzialmente pregiudicata la sorte delle case risanate con i fondi Cipe, cioè in via Cava e dintorni. Non si dovrà neppure prescindere dai servizi essenziali per assicurare adeguata vivibilità ai residenti con locali per esercizi commerciali e luoghi di socializzazione”.

In definitiva e prendendo spunto dalla situazione di via Di Mezzo, secondo Pino Loconte il risanamento della Città vecchia dovrà parlare il linguaggio del ritorno alla normalità, degli anni, insomma, che hanno preceduto il grande abbandono, con il ritorno all’abitare supportato da adeguato piano commerciale. “Per tutto ciò – conclude – nell’opera globale di rivitalizzazione bisognerà sfruttare quello che di buono esiste nei progetti presentati al concorso internazionale e che siano consoni al rispetto della sua situazione morfologica ed antropologica, evitando ogni intervento utopistico e avveniristico che snaturerebbero il nostro incantevole centro storico”.