Presso l’università di Foggia importanti modifiche per i progetti Erasmus

Presso Foggia, gli appartenenti ai gruppi di Relazioni internazionali e mobilità studentesca, sono riusciti nella creazione del nuovo progetto Erasmus.Per il programma Erasmus+ Call 2018 (azione KA107 – International credit mobility), l’Università di Foggia parteciperà allo scambio di docenti e studenti provenienti da cinque Paesi dell’Europa dell’Est: Ucraina, Kosovo, Georgia, Armenia e Albania.

«Stiamo registrando un forte interesse, da parte degli studenti provenienti da questi Paesi, nei confronti dell’Università di Foggia – spiega la prof.ssa Claudia Piccoli, delegata del Rettore all’Internazionalizzazione e alle Relazioni Internazionali dell’Università di Foggia -, ragione per cui elaboriamo, con più frequenza e con più possibilità di successo, progetti da e per i Paesi dell’Est Europa. La Puglia viene vissuta da questi studenti non più come una terra di confine ma come una terra di conoscenza e di apprendimento, ci sono molti ragazzi che in Puglia si laureano e trovano occupazione. Lo scambio di docenti e studenti con Paesi tra l’altro in discreta crescita come ad esempio la Georgia, pone l’Università di Foggia nelle condizioni di poter accrescere il proprio bagaglio di esperienze e soprattutto di poter consolidare la propria dimensione di piccolo ateneo a vocazione internazionale».

«Una cosa di cui ci si dimentica troppo spesso e troppo in fretta – aggiunge in conclusione la prof.ssa Chiara Porro, delegata alla Mobilità studentesca – sono le dimensioni dell’Università di Foggia e la sua giovanissima età, dato che soltanto la prossima estate l’Ateneo compirà i suoi primi venti anni di vita. In uno scenario del genere, riuscire a essere indicati quasi sistematicamente tra i migliori Atenei italiani per numero e capienza delle borse di studio erogate, per progetti Erasmus vinti e per quantità degli studenti stranieri che sono stati accolti attraverso questi progetti, rappresenta per noi un motivo enorme di vanto e orgoglio. Ma anche uno sprone a fare sempre meglio, a confrontarci con realtà accademiche di Paesi considerati in ascesa e con realtà geo-politiche che rappresentano il futuro dell’Europa e in alcuni casi anche del mondo».