Restituita la dignità a 72 senzatetto di Bari nelle Case di comunità

Sono state finalmente presentate le Case di comunità per i 72 senzatetto del campo di via di Maratona.

«Siamo al lavoro da quattro anni per restituire dignità a quanti vivono in condizioni di emarginazione da tanto tempo, non solo per motivi economici ma spesso per situazioni personali, familiari o momenti di vulnerabilità psichica – dichiara l’assessore comunale al Welfare, Francesca Bottalico -. La città di Bari, oggi, può ritenersi soddisfatta per aver messo fine a uno stato emergenziale, durato anche troppo tempo, e aver trovato una soluzione stabile e strutturata, decisamente più decorosa e rispettosa della dignità umana se paragonata a quelle del passato. E quei container, per quanto siano stati di supporto negli ultimi anni, rappresentano proprio quel passato. Finalmente abbiamo eliminato le condizioni di emergenza, pertanto quel campo non ha più motivo di esistere.

Le persone ospitate lì finora potranno tornare a vivere con i propri familiari in appartamenti e camere confortevoli e sicuri, dotati di servizi igienici, cucina, lavanderia, impianti elettrico, idrico e termico, senza considerare quei servizi supplementari di carattere socio-sanitario che forse non hanno una grande valenza per quanti non vivono in condizioni di disagio, ma che invece rappresentano una ricchezza per tante persone in grave difficoltà. Non sono io a dirlo ma i risultati di un’indagine condotta dal mio assessorato qualche mese fa tra le persone senza dimora nell’ambito del Piano cittadino di contrasto alla grave marginalità adulta, uno strumento assolutamente innovativo per la città di Bari.

Per queste ragioni non accetto critiche da parte di chi specula politicamente sulle vite di donne e uomini fragili e indifesi e preferisce saperli all’interno di soluzioni emergenziali. Ricordo a questi signori che tra poco tornerà il freddo e sono orgogliosa del fatto che, dopo molti anni, gli ospiti del campo di viale di Maratona potranno affrontare l’inverno con una nuova prospettiva di vita.

Quanto al personale dipendente della Croce Rossa impegnato fin qui nel servizio, siamo impegnati affinché possa essere ricollocato in strutture e servizi analoghi».