Stazione Carabinieri Taranto San Cataldo aperta nella città Vecchia

TARANTO – Presso la cittadina pugliese, si cercadi aumentare i presidi per mantenere la legalità un fattore fondamentale da rispettare. A motivo di ciò, la riprova è stata data nei giorni a seguito del completamento del progetto: è’ stata inaugurata la nuova Stazione Carabinieri Taranto San Cataldo, già intitolata alla M.O.V.M. – Mar. Ca. Ettore D’Amore dal
comandante generale dell’Arma, generale di Corpo d’Armata Giovanni Nistri, del comandante interregionale carabinieri “Ogaden”, generale di Corpo d’Armata Vittorio Tomasone, del comandante della Legione Carabinieri “Puglia”, generale di Brigata Alfonso Manzo e delle massime autorità civili, religiose e militari della provincia.


 il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri ha dichiarato «Sappiate essere all’altezza della necessità che ha la cittadinanza di avere un punto di riferimento chiaro e limpido, costituito da quella insegna con la scritta Carabinieri». Lo ha detto il comandante generale dell’Arma dei Carabinieri Giovanni Nistri, partecipando a Taranto all’inaugurazione della stazione dei carabinieri ‘San Cataldo’, già intitolata al maresciallo capo Ettore D’Amore, comandante della stazione dei carabinieri di Orgosolo, ucciso da un malvivente l’11 settembre 1959, e insignito di Medaglia d’oro al valor militare alla memoria.

«Una stazione dell’Arma – ha aggiunto Nistri – è un’espressione dello Stato, che certamente deve tutelare l’ordine e la sicurezza pubblica, vigilare sulla proprietà privata e sulla vita dei cittadini, che significa non solo capacità professionale e tecnica nel perseguire i reati, non solo competenza ma impegno e correttezza dei comportamenti e delle idee». «Senza correttezza e senza onestà – ha proseguito – è inutile essere carabinieri. Correttezza, onestà, professionalità e impegno» devono «tradursi in una cosa: in una presenza attiva, in una presenza responsabile, consapevole». 
«In definitiva – ha precisato – deve ricondursi a quella famosa parola ‘prossimità’, di cui tutti da tempo parlano ma che realmente qui a Taranto, dal 1861, è stata espressione di coloro i quali indossavano, indossano e indosseranno questi alamari»