Taranto e il progetto dell’università per il nuovo laboratorio di Cybersecurity

Presso l’università degli studi di Bari a Taranto, si è dato il via a un laboratorio di Cybersecurity molto particolare. Il docente di informatica Danilo Caivano, dichiara: “al momento, probabilmente, il più performante in Italia, dotato di tecnologia Ibm con estensioni cognitive Watson, quindi siamo al top della tecnologia”.

“Siamo all’anno zero, questo è il momento in cui investire – ha detto Caivano -. Speriamo di sfornare bravi professionisti, e non ragazzotti che vadano in giro a fare danni, prova ne sia il fatto accaduto di recente con l’hacking su Facebook in cui 50 milioni di account sono stati violati. Speriamo, facendo cultura e formazione sulla cybersecutiry, di evitare questi accadimenti e creare invece qualcosa che possa essere utile al sistema Paese”. Il laboratorio, in cui si farà didattica e ricerca, è stato allestito nell’ambito del nuovo corso di laurea specialistica in cybersecurity che ha sede a Taranto. Una struttura di “avanguardia” ha spiegato Caivano, in cui “l’intelligenza artificiale è al servizio della cybersecurity, una delle poche istallazioni in Italia”.

“Nel nostro Paese – ha detto ancora Caivano – ci sono altri corsi di laurea che trasferiscono competenze tecnologiche, ma in pochi riescono a dare un intervento incisivo a tutto tondo. Oggi sicurezza informatica significa sicurezza in rete, sicurezza applicativa, ma anche sicurezza organizzativa. Oggi tipicamente il grosso si concentra sulla sicurezza in rete, che è il problema più sentito. In realtà dobbiamo rifondare da zero il percorso, perché occorre che i ragazzi incominciano a sviluppare software sicuro, che fino ad ora non è stato fatto. Significa che i ragazzi devono avere chiara qual è l’organizzazione che un’impresa, un ente, si deve dare per poter rispondere ad un attacco, studiarlo e predisporre le misure, perché non accada più. Questo ad oggi lo fanno in pochi”.

Attualmente il laboratorio è aperto ai 40 studenti, le matricole del corso avviato a Taranto, ma per le attività di ricerca “sarà al servizio di tutto il dipartimento, potenzialmente dei 3mila studenti iscritti”.