Taranto viene elogiata dall’UNSIC per le sue iniziative di riqualificazione

TARANTO – La città pugliese viene spesso bombardata dalle etichette negative a causa delle serie problematiche della quale è soggetta. Ma al di là dello scomodo, qualcosa si muove per migliorare la città.

Queste le parole del referente tarantino dell’UNSIC, (Unione Nazionale Sindacale Imprenditori e Coltivatori), Cisberto Zaccheo: Non si perde occasione per denigrare la città, per postare sui social immagini della sua incuria – dice Zaccheo – ma tarda ad arrivare una presa di coscienza rispetto alle cose che in realtà potremmo migliorare da subito, come nella filosofia dello Shangai, togliendo le bacchette più facili da spostare e affrontando così anche il tema della promozione di noi stessi cominciando dai piccoli esempi che invece dovremmo esaltare e valorizzare”.
E Zaccheo porta non a caso due esempi di riqualificazione di alcune aree della città grazie proprio all’intervento di insediamenti commerciali.
Mentre si postano le immagini delle vie centrali della città deserte, mentre caso mai è da poco finito un temporale – commenta Zaccheo – non diventa virale invece l’encomio pubblico dell’architetto Augusto Ressa, funzionario della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della provincia di Taranto, Lecce e Brindisi, esperto di restauro e valorizzazione del nostro patrimonio architettonico che parlando del recupero di un pezzo della città vecchia parla di un “precedente notevole” di “iniziativa che ha dello straordinario”, riferendosi al recupero di una intera facciata di un palazzo storico lungo l’affaccio a mare dell’isola operato proprio grazie all’impegno di un titolare di un’attività di ristorazione”.

Non è un esempio isolato quello di commercianti che con i loro insediamenti migliorano la qualità della vita e l’immagine stessa di interi isolati o quartieri della città – dice ancora il referente di UNSIC – e per questo, senza dimenticare i problemi, dovremmo sforzarci tutti di puntare su ciò che ci rappresenta al meglio, anche nel tentativo, non tanto peregrino, di credere finalmente nelle possibilità che pure continuiamo ad avere sotto le nostre mani: il potenziale culturale e archeologico, la bellezza del nostro paesaggio, la città vecchia o il borgo umbertino”.