Fa paura in Puglia la crisi del microchip

In Puglia c’è grande apprensione per la crisi del microchip. Il premier Draghi ha detto che non ci sono alternative all’intervento dello Stato per contenere i costi della transizione energetica e digitale, fondamentale per diminuire la dipendenza dell’Italia dalle forniture di semiconduttori dell’Europa. Ovunque vi sono ripercussioni, e anche nella regione pugliese, come in altre aree del Paese, si stanno verificando le prime manifestazioni. Anche se il blocco per l’industria al momento pare sia stato superato, le imprese lamentano ritardi e hanno paura che possano ripresentarsi peggio di prima. Infatti, il boom della domanda ha avuto effetti diretti sul costo dell’energia e su tutte le materie prime, tanto che i prezzi sono aumentati.

Si attendono peggioramenti per la crisi del microchip

La settimana scorsa l’apice della sofferenza è stato raggiunto sia con l’irreperibilità di materie prime che con il blocco forzato delle produzioni in Cnh Industrial. L’effetto è stato lo stop di 8 giorni (fino al 14 ottobre) nello stabilimento di Lecce del colosso delle macchine movimento terra. A casa sono rimasti oltre la metà degli 850 lavoratori, che hanno sfruttato ferie e permessi che avevano a disposizione. Dopo Lecce, ha esteso il provvedimento a molti dei suoi plant europei anche la multinazionale del gruppo Exor. Il comunicato dice che Cnh Industrial ha chiuso temporaneamente diversi siti produttivi di macchine agricole, veicoli commerciali e sistemi di produzioni in Europa dopo le interruzioni alla catena di fornitura e alla carenza di semiconduttori.

In Cina il governo obbliga le aziende a minori consumi

Alla crisi del microchip viaggia in parallelo la crisi energetica, che genera effetti a catena anche negli altri settori, che vede a capo la moda. Dalla Cina proviene un’ondata travolgente, visto che il governo cinese sta obbligando anche nelle fabbriche limiti ai consumi.  I fornitori stanno comunicando quanto sta accadendo ai loro clienti, come conferma l’informazione che la Gda srl, azienda salentina attiva nel tessile e nell’abbigliamento di lusso, ha ricevuto qualche giorno fa. Fino al 31 marzo 2022 potrebbe essere ulteriormente limitata la capacità produttiva di alcuni settori.