La guerra in Ucraina ha messo fine al turismo di lusso, oltre 106mila non verranno dalla Russia

Nuovi problemi per il turismo in Puglia con la guerra in Ucraina, e quest’anno dovrà rinunciare a quella fetta di russi che tanto spendeva durante le vacanze nella regione. Infatti, proprio a causa della guerra, sono oltre 106mila i turisti russi che non verranno in Puglia, cosa che darà un ulteriore colpo al settore dopo le ingenti perdite causate dal Covid. A redigere questa analisi è Coldiretti Puglia, che ha sottolineato come prima della pandemia dalla Federazione Russa arrivavano in Puglia migliaia di turisti russi. I rapporti fra Puglia e Russia erano stati consolidati dalla visita di Putin nel 2007 a Bari.

Niente turisti russi con la guerra in Ucraina

All’epoca Putin aveva persino donato una targa che richiama i “legami plurisecolari” con Mosca e che era stata apposta vicino la statua di San Nicola, patrono della città, che in Russia è venerato da oltre due milioni di fedeli. Coldiretti regionale ha sottolineato che si tratta di una perdita molto importante per la Puglia, soprattutto perché i turisti russi hanno una capacità di spesa elevata. A causa della guerra in Ucraina quest’anno non verranno i turisti russi, e quindi bisogna obbligatoriamente supportare il settore turistico che subirà altre perdite dopo un periodo disastroso. Filippo De Miccolis Angelini, presidente di Terranostra Puglia, associazione agrituristica di Coldiretti, ha detto che per garantire la sostenibilità economica ed occupazionale delle strutture servono misure nazionali e regionali.

Occorre un supporto mirato al settore turistico

Coldiretti regionale ha anche detto che i vacanzieri dall’estero in Puglia sono strategici per l’ospitalità turistica, in modo particolare nelle destinazioni più gettonate. Il problema interessa anche gli agriturismi dove gli stranieri erano oltre il 40% delle presenze complessive prima della pandemia. Coldiretti Puglia ha anche aggiunto che il turismo nella regione ha un impatto di ben 6,5 miliardi sui consumi finali, corrispondete al 12,3% sui consumi globali. E’ dunque evidente che si tratta di una straordinaria ricchezza, alla quale dà il suo prezioso contributo anche il turismo esperienziale negli agriturismi, come è evidente dalla percentuale elevata di clienti soddisfatti di avere intrapreso un rapporto con il territorio.