“Straniera tu non sei qui a Calimera”

Già il nome rivela le origini greco-bizantine: Calimeria, infatti, in griko significa “buon giorno” e sembra un preludio felice di tutto ciò che si può incontrare sulle strade di questo angolo della Puglia.

La località è una delle più rilevanti della zona, un centro attivo in campo culturale per la valorizzazione e il recupero del patrimonio storico e tradizionale della “grikità“. Non è ancora chiaro se le origini di Calimera siano da legare alla colonizzazione bizantina o ai più rempti tempi della Magna grecia, ma risulta certa l’ellenicità del luogo, in segni più o meno tangibili nel centro abitato e nelle immediate vicinanze. Come la Stele Attica del IV secolo a.C., donata dal Municipio di Atene al centro salentino nel 1960 ed esposta in un’edicola nei giardini pubblici; una scritta ingreco recita “Straniera tu non sei qui a Calimera”.

Altro punto di interesse è la bella cappella di San Vito: in mezzo alla navata,una pietra di origine precristiana con un foro al centro (pietra della fertilità) riporta a tempi antichissimi. Secondo la tradizione, nel giorno di Pasquetta la gente passa attraverso il foro per purificarsi. Questa usanza si fa risalire ai riti propiziatori della fertilità. Il sasso presenta nella parte superiore i resti dell’affresco che raffigurava San Vito Martire.

In aperta campagna, si trova poi la Chiesa di San Biagio, una chiesa semiipogea medievale. La chiesa è ciò che rimane di un insediamento di laure basiliane e si trova in un’area di grande interesse storico con testimonianze che vanno dal II al XV secolo d.C.

A testimoniare l’incontro tra Oriente e Occidente, concorre anche l’affresco della chiesetta della Madonna di Costantinopoli; datata 1603, raffigura ai lati della Madonna due santi vescovi: sant’Eligio e sant’Elia, il primo vestito alla maniera occidentale (rito latino), mentre l’altro alla maniera orientale (rito greco).

Interessanti aspetti della tradizione e della grika si possono trovare al Museo della Civiltà Contadina e della Cultura Grika, dove la tradizione locale viene passata in esame in tutte le seu componenti, dalla cucina alla casa, dalla campagna a ll’artigianato e alle tradizioni, fino alla storia, all’archeologia e all’architettura.