E’ allarme per il fermo pesca in Puglia

Un decreto ministeriale ha imposto il fermo pesca in Puglia continuativo dal 31 luglio al 29 agosto, e nello specifico per i compartimenti da Manfredonia a Bari per le unità da pesca che usano reti a strascico a divergenti, sfogliare rapidi e reti gemelle a divergenti. Il blocco per il resto della Puglia è previsto dal 6 settembre al 5 ottobre e non consentirà di portare a tavola pesce fresco. Il blocco giunge in un momento in cui il comparto ittico sta registrando segnali di ripresa, i consumi sono infatti cresciuti del 15% dopo i lockdown che hanno impedito alla ristorazione di aprire. Con il blocco della pesca arriva anche l’allarme di Coldiretti ImpresaPesca Puglia.

Il fermo pesca in Puglia parte da Bari e Manfredonia

Coldiretti ha anche aggiunto che oltre al fermo pesca in Puglia obbligatorio, le imbarcazioni devono rispettare un altro periodo d’interruzione che va dai 18 ai 26 giorni. I giorni di durata del blocco variano a seconda delle dimensioni dell’imbarcazione. Coldiretti ImpresaPesca Puglia ha ribadito che il blocco è una esigenza ambientale del mare e ha lo scopo di ripopolare la risorsa marina, ma prolungare i giorni di blocco vuol dire compromettere il lavoro delle imprese pesca che dovrebbero invece gestire in autonomia il periodo di fermo. Questo non consentirebbe di far arrivare prodotti esteri sulle tavole nel periodo in cui c’è grande richiesta di pescato per i ristoranti.

La presenza di pesce estero sulle tavole pugliesi è un rischio concreto

Il presidente di Coldiretti Puglia Savino Muraglia ha detto che con le modalità odierne del fermo pesca in Puglia si rischia di incrementare le importazioni, visto che già negli altri periodi provengono dall’estero 8 pesci su 10. La chiusura delle attività di ristoranti, agriturismi e trattorie ha avuto conseguenze negative sulla pesca e le marinerie pugliesi hanno perduto un valore di oltre 30 milioni di euro. Il presidente Muraglia ha sottolineato che ai consumatori bisogna garantire la trasparenza dell’informazione dal mare alla tavola. Per questo bisogna creare una carta del pesce, che attesti la sua origine e che sia inclusa nei menu dei ristoranti.