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Canosa, focolaio covid in una Rsa, tre ultra ottantenni sono morti

Il focolaio covid in una Rsa a Canosa sta mettendo preoccupazione in Puglia

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Quanto sta accadendo in Puglia sta seriamente preoccupando, vista la situazione pandemica che non accenna ad attenuarsi. Il focolaio covid in una Rsa nella cittadina di Canosa di Puglia ha provocato la morte di tre ultra ottantenni. Il focolaio covid è stato scoperto nella struttura sanitaria per anziani “Palazzo Mariano”. I contagiati in tutto sono stati 20 ospiti e tre operatori. Fra gli ospiti c’erano anche tre persone ultra ottantenni, che avevano patologie pregresse. I tre anziani sono deceduti qualche giorno fa e la situazione ha destato molta preoccupazione. A placare gli animi ci ha pensato il commissario straordinario della Asl di Barletta-Andria-Trani, Alessandro Delle Donne.

Il focolaio covid in una Rsa ha messo in allarme

Il commissario ha sottolineato che se non ci fosse stato il vaccino i deceduti sarebbero stati molti di più, come è accaduto nella prima ondata della pandemia da covid. Delle Donne ha infatti ribadito che il vaccino rimane la più efficace arma contro il covid, in assoluto l’unica che può fermarlo e combatterlo con ottimi risultati e possibilità di farcela. Stando alle informazioni riportate da fonti sanitarie, la situazione nella struttura di Canosa è precipitata dopo il ferragosto. In seguito ai regolari controlli con i test sierologici, la struttura di Canosa il 16 agosto ha segnalato alcuni presunti casi positivi al dipartimento di prevenzione della Asl. Effettuati i tamponi molecolari le positività sono state accertate.

Delle Donne ha ribadito che il controllo nelle Rsa è costante

Le tre persone ultraottantenni sono state ricoverate, ma purtroppo non ce l’hanno fatta e nei giorni scorsi sono deceduti. Gli ospiti di “Palazzo Mariano” che hanno avuto bisogno di ricoverati in tutto sono stati 11 e al momento di loro uno solo è stato dimesso. Le condizioni delle altre persone ricoverate però non sono preoccupanti, infatti sono in osservazione in area medica e sono costantemente monitorati. Delle Donne ha ribadito che i pazienti sono monitorati in tutte le Rsa per contenere i focolai. Dunque, la scoperta di un focolaio covid in una Rsa non deve allarmare, perché ad oggi tutte le strutture sono attrezzate e sanno come fronteggiare la situazione.

Sicula Doc anche se nata a Berlino, blogger affermata, estremamente curiosa, appassionata sin da ragazzina di scrittura e tecnologia, praticamente il suo pane quotidiano. Equilibrio sopra ogni cosa, senza pregiudizi e non teme i giudizi altrui, in grado di portare a termine importanti affari.

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Pesci alieni nel mare pugliese a causa delle elevate temperature

Il rialzo delle temperature ha portato pesci alieni nel mare pugliese

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pesci alieni

L’aumento delle temperature ha portato pesci alieni nel mare pugliese, dal pesce coniglio al pesce pappagallo. Il fenomeno si è manifestato con potenza e in molte zone d’Italia, e non fa eccezione il anche mare della Puglia. Già alla fine di luglio di questo anno l’acqua nel golfo di Taranto aveva raggiunto i 30 gradi. Dal 2003 non si registravano temperature così elevate in questa zona, ma ad oggi, insieme al Mar Ligure, è fra le aree più colpite in Italia da questo fenomeno. La  prima ricercatrice del Cnr Irsa, la dottoressa Ester Cecere, ha rilasciato alcune dichiarazioni in cui ha chiaramente lanciato l’allarme per il fenomeno.

Presenza di pesci alieni nel mare pugliese

La dottoressa Ester Cerere ha detto che il fenomeno del rialzo delle temperature dei mari rientra nel riscaldamento globale e a risentirne più degli è proprio il Mediterraneo, perché è chiuso relativamente e presenta un ricambio idrico abbastanza ridotto. Le temperature elevate non sono tollerate dalle specie autoctone presenti nei mari della nostra penisola, mentre altre specie si adattano bene a queste condizioni. Ecco perché ci sono pesci alieni nel mare pugliese, e quelli già arrivati sono i pesci coniglio, balestra e pappagallo. A risentirne di questa condizione sono i mitili, e in particolare le cozze, organismi filtratori in cui la filtrazione si riduce fino a far morire l’organismo.

Si assiste anche al boom delle meduse

La produzione di cozze del 2021 è andata perduta e nel tentativo di salvare le cozze una parte è stata portata dal Mar Piccolo al Mar Grande, dove l’acqua ha una temperatura più bassa. Il presidente Mitilicoltura Confcommercio Taranto, Luciano Carriero, a questo proposito ha detto che il prodotto adulto quest’anno è stato venduto prima di luglio e quindi il rischio è stato minimo. Un altro fenomeno che è in aumento è il boom di meduse che in Italia negli ultimi anni è ricorrente. Il professor Cataldo Pierri si è espresso sul golfo di Taranto dicendo che nel golfo c’è una massiccia presenza del Rhizostoma pulmo, una medusa di dimensioni grandi, non aggressiva e che si nutre di piccoli organismi contenuti nel plancton.

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