Coldiretti denuncia l’invasione di cormorani in Puglia

A lanciare l’allarme per l’ invasione di cormorani in Puglia è la Coldiretti, che ha parlato di invasione anche in Capitanata. I pescatori hanno segnalato la presenza degli animali anche sulla diga di Capaccio del Celone a Lucera, nella laguna di Varano e a Manfredonia, presso la palude del Lago Salso. La situazione pare sia davvero molto preoccupante e queste specie di uccelli hanno trovato nel territorio l’habitat ideale dove fermarsi. Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, ha detto che ciascun cormorano mangia ogni mese fino a 10 chilogrammi di pesce e durante la cattura delle prede lascia anche molti pesci feriti, con il rischio di diffondere parassiti e malattie.

Invasione di cormorani sta causando danni enormi

Coldiretti Puglia ha anche sottolineato che negli ultimi 25 anni il numero di cormorani svernanti è cresciuto di circa venti volte. L’ invasione di cormorani in Puglia sta prendendo dimensioni preoccupanti e ormai rappresenta una vera e propria emergenza, visti anche i danni causati alla vita stessa dei pesci e all’attività ittiocolturale. La vita marina,oltretutto, viene sottoposta a forte stress con l’attività predatoria di questi uccelli, che sono anche molto furbi e i pescatori non hanno mezzi efficaci a disposizione per combatterne la diffusione. Coldiretti ha anche detto che mangiano di tutto, e non solo i pesci pregiati, ma anche le specie-foraggio che dovrebbero fare da pasto agli altri pesci.

Enormi le perdite del segmento della pesca

La riduzione del pescato è l’impatto maggiore per acquacoltori e pescatori di mestiere, mentre per i pescatori sportivi è a rischio la diminuzione degli stock ittici causata da una produzione naturale ridotta. Coldiretti Puglia ha anche ricordato che i danni causati dall’invasione di cormorani si aggiungono agli effetti disastrosi della seconda ondata dell’emergenza sanitaria. A complicare le cose è anche il crollo della domanda di pesce sui mercati italiani ed esteri sempre per il Covid e con l’azzeramento degli ordini e la chiusura dei ristoranti la perdita del segmento della pesca si aggira ad oltre 30 milioni di euro.