Dopo 20 anni approvato dalla Fda primo farmaco Alzheimer

Il primo farmaco Alzheimer è stato approvato dalla FDA dopo vent’anni di fallimenti della ricerca in questo campo. L’approvazione del farmaco aumenta le speranze di milioni di pazienti in tutto il mondo, che fino adesso avevano provato terapie poco efficaci. Stando a quanto detto dall’ente americano, che ha chiesto comunque un ulteriore test clinico, la terapia sperimentata da Biogen ha tutte le prospettive per non far degenerare la malattia. La Fda ha deciso di approvare il farmaco l’opposizione di alcuni esperti in materia di Alzheimer e della commissione indipendente di esperti dell’agenzia. Secondo questi esperti, infatti, non esistono prove tali da dimostrare l’efficacia del farmaco.

Il primo farmaco Alzheimer consiste in una iniezione al mese

La terapia contribuirebbe dunque a rallentare il declino cognitivo dei pazienti che sono però allo stadio iniziale della malattia. Il primo farmaco Alzheimer consiste in una iniezione al mese per via endovenosa ed è la prima terapia che riguarda il decorso e non agisce solo aggredendo i sintomi della demenza. Patrizia Cavazzoni, dirigente del Center for Drug Evaluation and Research dell’Fda, ha detto che quanto sta accadendo ha suscitato molta attenzione, ma la Fda ha ritenuto valida la sperimentazione e i risultati ottenuti. Negli ultimi anni la possibilità di avere una terapia per l’Alzheimer era sembrata molto lontana e ed erano stati numerosi i fallimenti delle sperimentazioni.

In un primo momento adacanumab era stato considerato fallito

Anche adacanumab era stato considerato in un primo momento fallito. Poi, un approfondimento delle analisi ha dimostrato come sulla malattia allo stadio iniziale avesse un certo beneficio. Il virologo Roberto Burioni ha commentato l’approvazione del primo farmaco Alzheimer da FDA come una giornata storica e memorabile. Dopo vent’anni è il primo farmaco che sembra poter aiutare i malati, ma Paolo Maria Rossini, direttore del Dipartimento di neuroscienze-neuroriabilitazione dell’Irccs San Raffaele Roma, ha spiegato che non sarà possibile somministrarlo a tutte le persone colpite da Alzheimer. Infatti, il nuovo farmaco è il primo che interferisce con uno dei tanti ‘killer’, la proteina beta-amiloide ma ha anche effetti collaterali come microemorragie cerebrali.