Ex Ilva di Taranto, fondi destinati a bonifiche ammontano a 1,16 miliardi

Ammontano in tutto a 1,16 miliardi i fondi destinati a bonifiche, di cui oltre mezzo miliardo sono derivanti dagli industriali siderurgici Riva e circa 600 milioni provengono dai soldi affidati all’amministrazione straordinaria. A destinare le rimanenze dei fondi sequestrati agli ex proprietari ed amministratori dell’Ilva, ad Acciaierie d’Italia per la costruzione di impianti ecocompatibili, è stata una norma inserita dal Governo Draghi nel Decreto Milleproroghe 2022. Il governo Draghi aveva mosso un punto a favore dell’ex Ilva nel giugno 2021. Allora aveva dato l’appoggio al ricorso dell’azienda contro il Tar di Lecce che aveva deciso di chiudere sei degli impianti produttivi perché era a rischio la salute dei cittadini.

Oltre 500mila euro dei fondi destinati a bonifiche sono dei Riva

I fondi destinati a bonifiche ammontano esattamente a 1,157 miliardi. Nello specifico, 351 milioni di euro sono destinati agli interventi di decontaminazione dello stabilimento e 188 milioni serviranno per effettuare le bonifiche del sottosuolo. I commissari hanno detto che in corso ci sono delle attività complesse riguardo la bonifica, in cui sono impiegati 170 dipendenti a rotazione. I commissari hanno ricordato che la gestione commissariale di Ilva precedente aveva firmato con la famiglia Riva un accordo transattivo. Circa un miliardo di euro fu destinato all’amministrazione straordinaria e poi dalla famiglia Riva arrivarono 230 milioni, di cui 145 dovevano essere investiti per supportare la gestione in corso di Ilva.

Ulteriori interventi di tutela ambientale

I commissari di Ilva hanno detto che in questo modo si è formato il patrimonio, regolato dal decreto legge n. 1 del 2015 e destinato ad interventi di bonifica e di disinquinamento dell’ex Ilva di Taranto. I fondi destinati a bonifiche serviranno dunque per mettere in atto interventi di bonifica e messa in sicurezza di aree attualmente gestite da Acciaierie d’Italia e un piano per misura per le attività di tutela ambientale e sanitaria, come previsto dal Dpcm del 2017. Dei 352 milioni allocati col Dpcm del 2017 sono stati spesi 89 milioni, e invece gli altri 188 milioni dovrebbero essere impiegati per effettuare interventi di decontaminazione nello stabilimento.