Fondi pensione piegati dal coronavirus

I fondi pensione nel primo trimestre di questo anno sono stati piegati dal coronavirus. A fare meglio ci ha pensato senza dubbio il TFR, che è stato più remunerativo. Un rendimento molto negativo, che si aggiunge alle già tristi notizie delle vittime mietute da questa pandemia. Si allunga infatti ogni giorno la lista di tutto quanto si sta distruggendo a causa dell’emergenza sanitaria. Non è solo il sistema sanitario ad essere stato messo in ginocchio, ma anche l’economia sta registrando tante “vittime”, cancellando eventi a centinaia e stravolgendo settori interi.

Risultati negativi per i fondi pensione

Si tratta di uno tsunami senza precedenti, una retrocessione che non ha eguali e che è ben superiore a quella che si è registrata anche dopo l’ultima guerra. Nessuno si è salvato, neanche i fondi pensione, le cui remunerazioni sono completamente crollate. Nel primo trimestre dell’anno hanno perso il 5,2%, e quelli aperti e dei PIP sono andati anche peggio, addirittura sotto il 7,5% e il 12,1%.  Per quanto riguarda le gestioni separate di ramo I il risultato è stato +0,4%, un dato definito leggermente appena positivo. Risale al 2018 l’ultimo trimestre in rosso del comparto.

A fornire l’andamento sono i dati del Covip

A rimanere stabili sono stati i versamenti contributivi, ma si attendono ancora i dati del secondo trimestre, che dovrebbero essere più significativi. Le posizioni in essere sono 9,185 milioni al 31 marzo 2020, e quindi con una crescita dello 0,7%, abbastanza limitata. A fornire l’andamento sono i dati del Covip, l’autorità di vigilanza a cui fa capo Mario Padula, e che riguardano il primo trimestre dell’anno corrente. I dati sono lo specchio di quanto è accaduto con gli effetti del coronavirus. Il report sottolinea che per tutte le forme di fondi pensione il calo delle risorse nel trimestre è dovuto soprattutto alle perdite in conto capitale.