Governo esplora rotte alternative al gas russo, la Puglia al centro delle strategie

Sono in atto delle valutazioni da parte del governo su rotte alternative al gas russo, perciò sta provvedendo a chiudere accordi con altri Paesi e pensa di dirigere la bussola verso l’Africa. Allo stesso tempo, non si esclude anche la possibilità di potenziare la produzione delle centrali a carbone, e fra queste vi è anche quella di Brindisi. Un’altra alternativa che però non bisogna dimenticare sono le navi rigassificatori che in Puglia però continuano a suscitare polemiche. Come è chiaro, è dunque in atto la strategia per allentare le importazioni dalla Russia, necessità accelerata dallo scoppio della guerra in Ucraina.

Molte sono le rotte alternative al gas russo

Al centro dell’azione del governo italiano c’è quello che viene chiamato il “tour del gas” in Africa, ma bisogna considerare che entro l’inverno si dovranno riempire gli stoccaggi per affrontare l’inverno rigido, e liberarsi dalla dipendenza dalla Russia entro 2 o 3 anni. Per perseguire questo obiettivo, si stanno valutando le rotte alternative al gas russo. Fra queste ci sono gli accordi di fornitura con Algeria, Congo, Angola e Mozambico, ma come ha detto il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, bisogna rimpiazzare i 29 miliardi di metri cubi vengono importati dalla Russia ogni anno. Con Angola e Congo si raggiungeranno oltre 5,5 miliardi di metri cubi di gas liquido, con l’Algeria 9 miliardi di metri cubi in più dal 2023, ma non bastano.

La Puglia al centro dell’interesse del governo

La Puglia è la sesta regione italiana per consumo di gas naturale, che nel 2020 sono stati 4,6 miliardi di metri cubi sul totale. La regione è al centro dell’interesse del governo per via del gasdotto Tap, l’infrastruttura con attracco a Melendugno che ha veicolato in Italia solo lo scorso anno quasi 8 miliardi di metri cubi di gas proveniente dall’Azerbaijan. Il progetto prevede 10 miliardi annui, anche se la capacità teorica è di 20 miliardi, il che permetterebbe di recuperare 2 miliardi di metri cubi pompando più gas in un’ottica a breve termine. Invece, per un’ottica a lungo termine c’è il progetto EastMed-Poseidon, che prevede di trasportare oltre 1.900 chilometri di energia dal Bacino Levantino nel Mediterraneo orientale fino a Otranto. L’opera verrà ultima fra circa quattro anni.