Istituto zoo profilattico, ricercatori precari lamentano il disinteresse dello stato

Si sentono poco considerati dallo stato i ricercatori precari dell’Istituto zoo profilattico di Puglia e Basilicata. Fra i 31 ricercatori, a parlare della situazione che stanno vivendo sono Gaia Nobili e Gianfranco La Bella, appartenenti al team sanitario dell’ente.  Notte e giorno, da quando la pandemia è iniziata, hanno lavorato instancabilmente, e nonostante sono stati eroi come i medici, la loro situazione è rimasta invariata. In tutta Italia il 14 febbraio, il personale della ricerca sanitaria, che lavora negli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico pubblici e degli Istituti Zooprofilattici Sperimentali, ha appeso i camici sui portoni e sui cancelli dei laboratori.

Ricercatori precari hanno appeso i camici ai cancelli

La loro è stata una protesta contro il precariato, e come gli altri ricercatori precari anche Gaia e Gianfranco hanno partecipato alla protesta. Lanciata dall’associazione ARSI (Ricercatori in Sanità – Italia), l’iniziativa ha mobilitato ingegneri, biologi, chimici, farmacisti, fisici, psicologi, veterinari, tecnologi alimentari, amministrativi, bibliotecari e tante altre categorie. La scelta di appendere il camice è stata fatta per denunciare il precariato, le anzianità non riconosciute, i Tfr non versati, le maternità non usufruite, il pregresso lavorativo cestinato, i mutui in banca mai ottenuti. Sono oltre 1600 i professionisti che hanno un contratto a tempo determinato e che lavorano nei16 IRCCS e nei 10 IZS italiani, comprese le sedi pugliesi.

Tanti ricercatori hanno anche oltre 10 anni di precariato

In queste sedi ci sono ricercatori precari che lo sono anche da oltre 10 anni e alcuni perfino da 25-30 anni. Il modello che li organizza si chiama «Piramide della Ricerca» e li condanna effettivamente a una vita da precari, poiché il decreto stabilizzazioni approvato con la Finanziaria 2021 in sanità ha lasciato fuori i ricercatori IRCCS-IZS dai 50mila lavoratori aventi diritto. Non solo, il Ministero ha assegnato agli Istituti 90 milioni di euro per il personale della «Piramide». Nonostante ci sono i fondi e che siano a favore anche le Direzioni degli Istituti, manca però la volontà politica. Nobili e La Bella hanno detto che questo personale sta partecipando alla lotta contro il Covid, ma anche contro tante altre malattie.