Puglia, allarme per il gelo sui mandorli in fiore

La produzione delle pesche in Puglia è già compromessa a causa del gelo sui mandorli in fiore. A lanciare l’allarme è Coldiretti che ha anche aggiunto come la situazione sia drastica anche per altre coltivazioni come verze, cavoli, finocchi, carciofi, broccoli e cicorie. L’abbassamento delle temperature nella regione sta causando un sacco di danni a molte colture, parecchie delle quali sono già state rovinate. Coldiretti ha sottolineato che l’ondata di gelo è arrivata dopo che a gennaio le temperature sono state superiori alla media, tanto che hanno fatto risvegliare la vegetazione. Adesso, però, il freddo sta causando gravissimi danni e lo sbalzo termico sta avendo un impatto negativo anche nelle stalle.

Frutta danneggiata con il gelo sui mandorli in fiore

Gli allevatori cercano infatti di garantire agli animali una razione maggiore di energia e calorie, ma non è facile. Le conseguenze dei cambiamenti climatici e il moltiplicarsi di eventi estremi causati dalla tropicalizzazione hanno fatto perdere in un decennio oltre 3 miliardi di euro. I calcoli tengono conto dei cali della produzione agricola nazionale, dei danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne che sono state soggette a frane e allagamenti. Il 100% dei comuni della BAT, il 95% dei territori di Foggia e Brindisi, il 90% dei comuni della provincia di Bari e l’81% dei comuni leccesi sono a rischio idrogeologico. I cittadini pugliesi esposti a frane sono e sono 8.098 e quelli sottoposti ad alluvioni sono 119.034.

Situazione molto difficile

Adesso, con il gelo sui mandorli in fiore che sta causando la perdita della frutta, ma anche di altre coltivazioni, si assiste ad un altro drastico calo delle produzioni che colpisce il settore, danneggiato ampiamente già dalla pandemia. Le forti nevicate e i collegamenti interrotti, inoltre, rischiano di lasciare gli animali senza acqua e cibo vista la difficoltà di assicurare l’approvvigionamento dei mangimi. Il presidente di Coldiretti Puglia, Savino Muraglia, sostiene che occorre un intervento capillare anche nelle aree più critiche vista la presenza diffusa degli agricoltori sul territorio.