Puglia, approvata proposta di legge su medico di base per senzatetto

Il Consiglio regionale Puglia ha approvato all’unanimità la proposta di legge che prevede l’iscrizione dei senzatetto nelle liste degli assistiti delle Asl regionali. In pratica, la norma prevede un medico di base per senzatetto, allo scopo di garantire anche alle persone senza dimora del territorio di usufruire anche loro del diritto alla salute. L’obiettivo è anche quello di utilizzare meglio le risorse pubbliche, visto che se queste persone vengono lasciate allo sbando i costi a carico del sistema sanitario sono molto più alti. A proporre questa iniziativa è stato il presidente Donato Metallo ed è stata approvata dalla III Commissione del presidente Mauro Vizzino.

Voto all’unanimità per medico di base per senzatetto

Il presidente Vizzino ha sottolineato che la legge che permette un medico di base per senzatetto serve ad assicurare l’esercizio del diritto all’assistenza sanitaria. In questo modo la Regione Puglia riconosce a coloro che non hanno dimora il diritto di iscriversi nelle liste degli assistiti delle Aziende ASL del territorio regionale, e di scegliere il medico di famiglia. Purtroppo la condizione di uomini e donne che vivono forme estreme di esclusione sociale è in costante aumento, anche a causa della povertà che in seguito all’anno della pandemia è in crescita. I senzatetto in Italia nel 2014 erano quasi 51mila, mentre per quanto riguarda la situazione pugliese attuale ci si può riferire a un’indagine svolta nel 2017 sulla città di Bari.

A Bari la situazione è abbastanza grave

Stando alle stime, a Bari i senzatetto sonno tra le 500 e le 550 unità. Sulla durata della condizione di senza fissa dimora, il 53,7% ha dichiarato che si tratta di una situazione che va avanti da oltre due anni. Con i servizi pubblici il rapporto è frequente, e soprattutto con i servizi sociali. Più dell’80% dei senzatetto di Bari ha detto di aver fatto ricorso almeno una volta ai servizi sociali durante l’ultimo anno. La percentuale scende al 48% per il ricorso ai servizi sanitari. Invece, il 12% degli intervistati ha detto di essere in precarie condizioni di salute. La legge sul medico di base servirà a garantire loro le cure necessarie.