Puglia in Rosè afferma che la produzione dei rosati è salita del 25%

L’associazione Puglia in Rosè afferma che la produzione dei vini rosati è salita del 25%. Nonostante il 2020 sia stato un anno terribile da certi punti di vista, giudicando dalla situazione del coronavirus e dal disastro economico, si è invece registrato un aumento della produzione e del consumo del 22%-25% riguardo ai vini rosati. Lo ha confermato quindi proprio l’associazione che vanta diverse etichette fra cui anche alcune delle più gettonate. Lucia Nettis, direttrice dell’associazione, ha spiegato che soprattutto nel Salento l’annata è stata ottima, e anche se c’è stato un minore rendimento ha compensato l’eccellente qualità.

Più il 25% della produzione per i vini rosati

La Nettis, direttrice dell’associazione Puglia in Rosè, ha detto di aver fatto un sondaggio a campione e ha registrato un calo generale di circa il 10%, ma nella produzione in tutto il calo si attesterà circa al 20%. La Nettis ha ribadito che tutto questo sarà messo all’attenzione di Donato Pentasuglia, il nuovo assessore all’agricoltura alla Regione Puglia, e gli sarà chiesto quali aiuti vorrà dare al settore. Ad avere registrato invece una crescita nonostante il lockdown è stato il vino Rosè, al momento di tendenza, tanto che oltre che venderlo anche i produttori adesso lo consumano in famiglia.

L’associazione Puglia in Rosè intende spingere i consumi anche d’inverno

Il consumo è stato talmente alto che il 70% del prodotto del 2019 è già finito e adesso i vignaioli alla fine della vendemmia devono rimbottigliarlo per averne una quantità disponibile a Natale. La direttrice dell’associazione Puglia in Rosè ha dunque ribadito che bisogna spingere i consumi del Rosè anche d’inverno, proprio come avviene a New York. Molti hanno accertato che conservando bene il vino Rosè l’anno seguente è ancora più buono.