Puglia, salvaguardare l’uva da tavola analizzando l’impronta digitale

L’associazione, ha avanzato la proposta di analizzare l’impronta digitale per salvaguardare l’uva da tavola nella regione. Bisogna intensificare i controlli e scoprire i falsi per proteggere l’uva da tavola pugliese che genera oltre 400milioni di euro con le 602mila tonnellate di produzione. Il 60% di questa uva prodotta è destinato alle esportazioni nel mondo. La Coldiretti ha avanzato la proposta riferendosi all’operazione dalla Guardia di Finanza che ha permesso di sequestrare 3400 cassette di uva da tavola brevettata proveniente dall’Egitto. L’uva era destinata al mercato nord europeo e la vendita avrebbe arrecato danni ingenti alla produzione pugliese.

Diffusi gli studi sull’analisi per salvaguardare l’uva da tavola

La produzione pugliese vanta anche il marchio IGP Uva da tavola di Puglia, ma sarebbe stato un inganno perché ancora la campagna di raccolta non è partita. Ecco perché Coldiretti Puglia ha avanzato la proposta di analizzare le impronte digitali per salvaguardare l’uva da tavola e ha diffuso gli studi del Dipartimento di Ingegneria delle Acque e di Chimica del Politecnico di Bari riguardanti la definizione dell’impronta digitale dell’uva da tavola pugliese tramite l’analisi metabolomica. I risultati di questi studi permettono di distinguere le uve in base alle varietà, all’origine geografica e alle tecniche agronomiche utilizzate per produrle.

Lo strumento permetterebbe di distinguere l’uva

L’impronta digitale con la Risonanza Magnetica può salvaguardare l’uva da tavola e secondo Coldiretti Puglia è uno strumento potente da sfruttare per distinguere un prodotto biologico da uno convenzionale. Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, ha detto che lo sforzo degli imprenditori per orientarsi su cultivar che riescano a soddisfare il mercato nazionale e internazionale è immane, e per questo bisognerebbe mettere in atto iniziative per aumentare in Italia il consumo di uva da tavola.  La Puglia è il primo produttore di uva da tavola nel paese, e detiene il 74% della produzione nazionale, per cui, grazie alla Puglia, l’Italia di conseguenza è il primo produttore al mondo.