La Puglia si oppone al riconoscimento del Ministero del Pomodoro pelato Napoli Igp

La regione Puglia protesta per l’approvazione della domanda di registrazione avviata dalla Campania per il riconoscimento del Pomodoro pelato Napoli Igp approvato dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali. La Regione Puglia ha intenzione di presentare il suo parere negativo e la sua protesta al Mipaaf, accompagnata da alcune motivazioni che rendono legittima l’opposizione. Stando alle dichiarazioni di Leonardo Di Gioia, assessore regionale alle Risorse Agroalimentari, la Puglia detiene la quasi totalità della produzione del pomodoro nell’ambito di una filiera del Sud Italia dove la Campania è proprietaria di industrie che lavorano soprattutto nella trasformazione.

Opposizione al riconoscimento del Pomodoro pelato Napoli Igp

La domanda presentata dal Comitato Promotore Pomodoro pelato Napoli Igp rappresenta un mancato coinvolgimento della Puglia e di tutti suoi produttori. Inoltre, una simile operazione danneggerebbe il comparto produttivo pugliese, fulcro importante della filiera del Mezzogiorno. In seguito all’approvazione del ministero e alla pubblicazione del disciplinare sulla Gazzetta Ufficiale sia le Regioni e tutti coloro che hanno legittimo interesse entro 60 giorni possono opporsi alla domanda di registrazione. La stessa situazione è accaduta già tre anni fa, e allora era stata bloccata la richiesta della Campania.

La stessa procedura era stata avviata anche tre anni fa

Nel 2017 la richiesta di riconoscimento come indicazione geografica protetta per il Pomodoro pelato Napoli Igp era stata avanzata dal Comitato promotore e aveva portato avanti la stessa procedura. Anche allora la regione pugliese si era attivata per impedire la registrazione e ci era riuscita. Adesso, a causa della pandemia, la disciplina per proporre opposizione è stata modificata. In caso la domanda di registrazione sia valutata positivamente il Ministero lo comunica alle Regioni interessate e al richiedente del disciplinare e lo pubblica in Gazzetta Ufficiale. In questo modo rende a tutti non quanto avvenuto e chi ne ha diritto può opporsi entro 60 giorni. Oltre a Campania e Puglia, le regioni interessate alla questione sono la Basilicata, il Molise e l’Abruzzo.