Regione Puglia, arrivano fondi per il reddito di dignità

Arrivano dalla Regione Puglia altri 22 milioni di euro per il reddito di dignità che verrà assegnato ad oltre 3mila pugliesi. Dai dati rilevati il 17 giugno dagli uffici sono 2648 gli ammessi non finanziati, mentre sono 387 i cittadini in istruttoria potenzialmente finanziabili. Complessivamente si tratta di 3035 cittadini. La Regione Puglia destinerà, con una variazione di bilancio, altri 21.960.000 euro ai pugliesi che anche se erano in possesso dei requisiti per accedere alla misura del reddito di dignità 3.0 II edizione non avevano ottenuto il finanziamento per esaurimento dei fondi. Le risorse non erano state sufficienti a coprire le domande.

Arrivano le risorse per il reddito di dignità

La notizia è stata resa nota dall’assessora al Welfare Rosa Barone. L’assessora ha detto che dalla mattina di martedì 22 giugno sono attive le modifiche sul sito di InnovaPuglia e gli Ambiti interessati potranno visionare le pratiche e trasformare quelle “Ammesse non finanziabili” per esaurimento fondi in “Ammesse DGR 969/2021”. In questo sarà possibile iniziare a lavorare sulle pratiche per poterle evadere al più presto. L’assessora ha sottolineato che tutto quanto sta avvenendo era stato già riferito qualche settimana fa. La Barone ha ribadito che non sono stati mai fermi ma hanno lavorato per finanziare quelle domande che meritavano il reddito di dignità.

Il reddito importante per l’inclusione sociale

Il Reddito di Dignità II Edizione è una misura di Regione Puglia che promuove l’inclusione sociale attiva e integra i redditi delle persone in difficoltà con un contributo economico. Per 12 mesi gli ammessi ricevono un contributo di 500 euro e possono svolgere tirocini di inclusione sociale in aziende o enti pubblici del territorio, percorsi di formazione, attività di cittadinanza attiva, addestramento ed alfabetizzazione di base. Il reddito investe sulle potenzialità e sul desiderio di ognuno di rimettersi in gioco, dando valore alla comunità. I beneficiari devono siglare un Patto vero e proprio con il proprio Ambito Territoriale sociale.