Rigassificatore in Puglia, bocciata l’idea dagli ambientalisti

La costruzione di un rigassificatore in Puglia potrebbe ridurre la dipendenza dal gas russo. Si tratta di una interlocuzione fatta dal presidente della commissione regionale Bilancio e Programmazione Fabiano Amati. Amati ha detto che l’intera Europa si sta dirigendo verso la realizzazione di nuove infrastrutture energetiche. Anche l’Italia sta cercando di vivere questa fase con protagonismo e la Puglia deve partecipare a questo programma, dando però alla luce dati tecnici volti a resistere a qualsiasi tentazione di parlare senza concretezze. Amati ha ribadito di ritenere opportuno che il processo di una programmazione di investimenti infrastrutturali verso il settore energetico bisogna prenderlo in considerazione.

Il rigassificatore in Puglia dovrebbe nascere in tempi brevi

Amati ha detto che solo dopo delle verifiche si potrà avviare un dibattito pubblico che porti ad auspicare una candidatura per la costruzione di un rigassificatore in Puglia. Per questo è importante l’audizione dei due presidenti delle autorità portuali pugliesi, e Amati ha aggiunto che bisogna lavorare con maggiore convinzione per la pace, la libertà, la prosperità e l’ambiente, elementi tutti che hanno un legame con l’energia. Stando agli ambientalisti, l’idea della realizzazione di un rigassificatore è assolutamente senza fondamento. La guerra russo-ucraino ha fatto riemergere il desiderio della costruzione di un rigassificatore nel porto di Brindisi, esattamente a Capo Bianco, nei pressi della zona industriale.

Ambientalisti sono contro il rigassificatore

Si tratterebbe di due grandi serbatoi di 320.000 mc di Gnl, posti a pochi metri dall’area petrolchimica, dove c’è una elevata concentrazione di sostanze esplosive. Gli ambientalisti hanno ribadito che il progetto di un rigassificatore in Puglia non vide la luce all’epoca per vari motivi. Prima di tutto, ci fu una opposizione popolare molto forte e vennero fatte tre grandi manifestazioni di piazza che videro manifestare amministrazioni locali e Regione, contrarie al progetto. Inoltre, anche la Lng era contraria alla localizzazione fuori dal porto. Ancora oggi gli ambientalisti sono contro il progetto, e se venisse realizzato porterebbe solo danni e devastazione.