Salento, in alcune zone il servizio trasporto disabili è ancora sospeso

Il vicepresidente del consiglio regionale Cristian Casili, a margine delle audizioni da lui richieste in III Commissione Sanità sulla sospensione del servizio trasporti disabili ai centri diurni del Salento, ha detto che la disomogeneità tra le province pugliesi è davvero incomprensibile. Dalla sospensione del servizio nelle province di Brindisi e Lecce sono passati mesi, e ancora oggi si assiste alla lotta tra Asl e Comuni. Casili ha ribadito che dopo le sollecitazioni del suo partito è un piacere che in alcuni comuni come Nardò il servizio è ripartito. Tuttavia, per molte decine di famiglie ancora oggi nulla è cambiato. Il problema va trattato a livello politico per trovare una soluzione.

Disomogeneità nel servizio trasporti disabili

Casili ha denunciato che fra le province di Lecce e Brindisi e le altre province pugliesi con il Salento c’è una grande disomogeneità sul servizio trasporti disabili. La normativa del 2010 prevede che il costo del servizio rientra per il 40%  a carico delle Asl e per il 60% a carico dei Comuni. Proprio la divisione delle spese ha fatto nascere tra le aziende sanitarie e i Comuni delle due province salentine dei gravi contenziosi, che hanno avuto come risultato la sospensione del servizio prima dell’estate. Casili ha chiesto al presidente della Commissione Vizzino di avere un report dalle Asl per avere il quadro chiaro sui Comuni che non hanno adempiuto al loro compito.

La sospensione genera problemi economici

Casili ha anche chiesto di convocare l’Anci in audizione per capire come vanno le cose con gli altri Comuni nel resto del territorio. Non è chiaro come mai le Asl abbiano il potere di intervenire con modalità diverse nella divisione delle spese per servizio trasporti disabili. Casiliha ribadito che intende mantenere alta l’attenzione su questa importante questione perché le famiglie devono poter usufruire di un servizio uguale a quello che si svolge nel resto della regione. La sospensione genera nelle famiglie problemi di natura economica, visto che ad accompagnare i propri cari nei centri diurni sono gli stessi nuclei familiari, e molto spesso questi centri sono lontani dal luogo di residenza.