La giovane regista Martina Di Tommaso è scomparsa ad appena 31 anni. La notizia della sua morte ha sconvolto il mondo della cinematografia, perché se ne va un altro talento del documentario italiano, dopo la scomparsa a novembre di Valentina Pedicini e a gennaio di Cecilia Mangini. Nata a Bari, era dotata di un talento straordinario, era una donna determinata, una narratrice dal vero. La giovane aveva mosso i primi passi nel mondo del cinema frequentando l’Accademia del Cinema Ragazzi, una scuola di cinema sociale e popolare fondata nel 2005 nel difficile quartiere di San Pio.
La carriera di Martina Di Tommaso
Dopo aver realizzato dei videoclip, tra cui quello del brano Abbiamo solamente di Ghemon, Martina Di Tommaso nel 2012 si è diplomata in regia al Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma. L’anno successivo è diventata insegnante dell’Accademia del cinema di Enziteto. Ha vinto il premio Solinas con il soggetto ‘Via della Felicità’, la sua prima opera girata nel 2017. Il soggetto del film ha vinto anche il premio di sviluppo di In Progress del Milano Film Network. Prodotto da Controra con Rai Cinema in collaborazione con Kinesis Film, e presentato al Festival dei Popoli in prima mondiale, Via della felicità è stato girato fra Enziteto, un quartiere dormitorio del barese, e la Germania.
Tanto sgomento per la scomparsa di Martina
Martina Di Tommaso nel 2019 aveva scritto la sceneggiatura del cortometraggio Mia sorella di Saverio Cappiello. Nel 2020 aveva iniziato il cortometraggio dal titolo Lucha Y Siesta la casa delle donne che porta lo stesso nome a Roma. La casa di accoglienza era stata fondata nel 2008 per ospitare donne vittime di violenza, ed era nata dall’occupazione di una palazzina dell’Atac nel quartiere Tuscolano, oggi sotto minaccia di sgombero. Purtroppo il cortometraggio non vedrà la luce, e non ci saranno altre storie che Martina potrà raccontare. Rimane solo la certezza di quanto ha fatto e di come ha saputo mostrare il suo punto di vista su molte tematiche, aprendo gli occhi a tutti.