Studio sui principi attivi dei prodotti tipici pugliesi

I prodotti tipici pugliesi, come la ciliegia di Turi, la cipolla di Acquaviva e altri, saranno oggetto di una ricerca della durata di cinque anni che avrà come obiettivo quello di studiare i loro principi attivi. Lo studio sta per essere avviato ed è frutto dell’accordo di collaborazione tra il Consiglio nazionale delle ricerche e dieci comuni della Murgia barese. I dieci comuni si sono associati per accrescere il valore del territorio tramite lo sviluppo sostenibile e per migliorare la salute dei cittadini. A condurre lo studio sarà l’istituto di Nanotecnologia del Cnr e ha come scopo quello di stabilire gli effetti che i principi attivi presenti in questi prodotti sulla salute dell’uomo.

I prodotti tipici pugliesi appartengono ai dieci Comuni della Murgia barese

Nello studio, che avrà la durata di cinque anni, sono compresi i seguenti prodotti tipici pugliesi: cipolla rossa di Acquaviva delle Fonti, ciliegie di Turi, canapa della Murgia, ceci neri, farine da grani antichi di Altamura, mandorle e olio. Come ha sottolineato Lagazzettadelmezzogiorno, i prodotti che saranno oggetto dello studio sono coltivati nel territorio pugliese e fanno parte dei dieci Comuni della Murgia barese che rientrano nell’ambito dell’associazione Cuore della Puglia. L’associazione collabora anch’essa alla ricerca. Fanno parte dei dieci comuni le città di Rutigliano, Casamassima, Altamura, Turi, Corato, Cassano delle Murge, Putignano, Cellamare e Gravina in Puglia.

La ricerca studierà il ruolo dei polifenoli

Lo studio sui prodotti tipici pugliesi mira ad approfondire i principi attivi e il ruolo dei polifenoli nel prevenire le patologie metaboliche e i disturbi gastrointestinali. La ricerca si svolgerà con sistemi in vitro che non necessitano di esperimenti animali. Giuseppe Gigli, direttore di Nanotec, ha detto che lo scopo è quello di identificare i composti nutraceutici contenuti nei prodotti della filiera agricola, nello specifico i polifenoli, ricchi di proprietà antiossidanti, antinfiammatorie, antivirali e antibatteriche. Oltre che favorire la salute dei cittadini e lo sviluppo sostenibile, i Comuni potranno anche utilizzare e valorizzare i prodotti agroalimentari.