Taranto Dolphin Sanctuary cetacei presto in libertà

Taranto Dolphin Sanctuary a breve le acque del Mar Grande avranno la possibilità di ospitare i delfini pronti al recupero a seguito della chiusura dei parchi acquatici. Sono stati strappati alla cattività e saranno riportati nel loro habitat con grande soddisfazione del Comune di Taranto che ha lavorato al progetto per un anno ed oltre. Dopo tanto impegno si riusciranno a trarre in salvo mediante varie operazioni di recupero migliaia di esemplari provenienti dai parchi acquatici dismessi.

Taranto Dolphin Sanctuary, la questione presa in carico da Melucci

Taranto Dolphin Sanctuary al progetto hanno lavorato il sindaco Rinaldo Melucci e il presidente di Jdc, Carmelo Fanizza che durante il corso della pandemia e nonostante le difficoltà dell’emergenza sanitaria hanno scelto di proseguire e non fermarsi o rallentare i lavori. Il risultato è evidente dato che oggi i delfini considerati il simbolo di Taranto, della resilienza stanno per tornare in mare. Questa soluzione e l’evoluzione del progetto sono motivo di soddisfazione ed orgoglio per Melucci e tutta la comunità pugliese.

I delfini saranno controllati e rieducati prima di essere rimessi in libertà

Ovviamente nel programma Taranto Dolphin Sanctuary è inclusa, prima dell’evoluzione finale che riporterà i cetacei nel Mar Mediterraneo, la loro rieducazione per consentire ai delfini di avere indietro la libertà senza però essere un rischio o un problema per nessuno. Se la Puglia e in particolar modo Taranto sono riusciti a raggiungere questo risultato è anche grazie alla collaborazione con Dolphin Project di Richard O’Barry vincitore premio oscar per il documentario “The Cove”, da sempre a favore della tutela dei cetacei in libertà. Negli ultimi anni i parchi acquatici chiusi in Europa sono stati tantissimi a partire dalla Francia e continuando con molti altri Stati. Di conseguenza molti delfini sono rimasti senza una casa, per cui prima o poi qualcuno si sarebbe dovuto attivare per ospitare i delfini scongiurandone il rischio di morte o di abbandono.