Parte a Taranto il progetto della Centrale del latte Puglia

Dal 4 ottobre parte il progetto dell’imprenditore Vincenzo Fanelli denominato Centrale del latte Puglia. L’idea dell’imprenditore è quella di creare un’azienda che sia simbolo della rinascita del territorio. Il progetto ha alle spalle 70 anni di storia riguardante l’antica Centrale del Latte di Taranto, praticamente un simbolo dal 1951 del territorio, e il tarantino Fanelli lo ha presentato in presenza di Giuseppe Fischetti, direttore generale della Centrale del latte Puglia, Rinaldo Melucci, sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, Fabrizio Manzulli, assessore comunale al Marketing e sviluppo economico, e Donato Pentassuglia, assessore regionale all’agricoltura. Le lavorazioni del latte al momento verranno effettuate a Bari, in attesa che venga avviata la sede storica.

La Centrale del latte Puglia e il sogno di Fanelli

Fanelli, che ha parlato di voler dare vita ad una imprenditorialità sostenibile e di voler creare un’azienda che diventi il simbolo della rinascita del territorio, ha detto di avere avuto l’occasione di comprare la storica Centrale del latte. Da quell’acquisto è iniziato il suo sogno e tramite delle ricerche mirate, svolte con la collaborazione dell’Università di Bari, sono stati scoperti gli allevamenti migliori locali di Puglia e Basilicata. Il latte di questi allevamenti era di qualità eccellente, così il sogno è andato avanti. Dal 4 ottobre partirà la Centrale del latte Puglia con due prodotti che verranno messi sul mercato.

Due i prodotti che verranno commercializzati

I due prodotti che verranno realizzati al momento nella Centrale del latte Puglia saranno il latte fresco “alta qualità” e il latte fresco “leggero” con il 40% di grassi in meno. Fanelli ha aggiunto che come novità c’è anche un approccio direttamente con il consumatore ed è stata creata una App per prenotare il latte fresco. L’assessore regionale Pentassuglia ha sottolineato che quanto realizzato da Fanelli rappresenta una importante evoluzione culturale. La Puglia produce un terzo del latte che serve al territorio, per cui non deve competere con nessuno ed è stato stabilito un protocollo che permetterà di tutelare il settore e di riconoscergli la qualità.