Secondo un’indagine di Coldiretti c’è un incremento del 38 per cento riguardo la spesa per Natale dei pugliesi. L’associazione ha dunque accertato che tornare a spendere i pugliesi per il Natale a tavola, e la media è di 130 euro a famiglia. La crisi innescata dalla pandemia ha diversificato le potenzialità della spesa da parte delle famiglie, e infatti il 9% dei consumatori spenderà non oltre 30 euro per il pranzo di Natale, mentre il 18% spenderà tra 30 e 50 euro. Chi spenderà tra 50 e 100 euro sarà il 20% dei cittadini, il 32% tra 100 e 200 euro e spenderà fra 200 e 300 euro solo il 6%.
Torna a crescere la spesa per Natale dei pugliesi
Coloro che spenderanno di più sono gli italiani del meridione, e infatti i pugliesi per la spesa di Natale non si fanno mancare pesce e prodotti made in Italy del territorio. Ad unire i consumatori per le feste saranno soprattutto la scelta dei prodotti che acquisteranno. Infatti, la maggior parte sceglierà prodotti italiani, sia perché sono più buoni che per sostenere il lavoro e l’economia del Paese. Solo il 3% sceglierà prodotti stranieri perché desidera mangiare occasionalmente qualcosa di diverso. Il 2%, invece, è costretto a risparmiare e deve dunque rinunciare alla qualità. Savino Muraglia, presidente di Coldiretti Puglia, ha dunque affermato che sulle tavole dei pugliesi a natale ci saranno formaggi, salumi, salse, carne, pesce, pasta, vino, uova, olio, farine, verdura e frutta Made in Italy.
Boom dei prodotti green
L’emergenza sanitaria ha favorito la scelta di prodotti più sostenibili e dunque si è registrato un vero e proprio boom dei prodotti green. Coldiretti Puglia ha detto che con 38 vini DOP e IGP la Puglia si trova al quinto posto della classifica nazionale dei prodotti certificati. Oltre al settore vitivinicolo che vale 407 milioni di euro, vanta anche 311 prodotti alimentari tradizionali e la più ampia rete dei mercati di vendita diretta degli agricoltori con Campagna Amica. In Puglia quindi è assicurato l’approvvigionamento alimentare, grazie alle oltre 100mila aziende agricole e stalle, alle oltre 5mila imprese alimentari e ad una rete di distribuzione capillare tra supermercati, negozi, discount e mercati contadini.