Sashiko, cos’è e tutti i segreti dell’arte giapponese del ricamo

Sashiko è una tecnica di cucito tradizionale del Giappone, nata nei primi anni del 1600. Quest’arte si sviluppò tra i contadini del nord per riparare e rafforzare i loro indumenti e tessuti domestici. I tessuti usurati, noti come Boro, venivano rammendati utilizzando pezzi di stoffa avanzata, un metodo necessario data la difficoltà di trovare nuovo cotone.

Sashiko, cos’è la tecnica di ricamo giapponese

Questa tecnica giapponese può essere applicata a vari tessuti, ma quelli vegetali come cotone, lino o misto lino sono ideali per la loro facilità di lavorazione e risultato finale. Spesso, si prediligeva l’utilizzo di tonalità di blu indaco, in particolare il denim blu. Per conservare la purezza del disegno, è consigliabile l’uso di tessuti monocromatici o con disegni geometrici semplici.

Il filo usato nel Sashiko è tipicamente monocromatico, spesso e resistente, realizzato in fibre di lino o cotone, per enfatizzare il contrasto e la bellezza dei motivi, che spesso si espandono in complesse forme geometriche. 

Tutti i tipi 

Sono cinque gli stili principali di Sashiko:

1.   Moyozashi: utilizza linee tratteggiate per formare pattern geometrici.

2.   Shonai Sashiko: in questo stile, linee dritte si incrociano creando griglie complesse.

3.   Yogin: questo stile, che significa “tessuto fine”, proviene dal distretto di Tsugaru in Honshu.

4.   Hitomezashi: consiste in piccoli disegni singoli organizzati in modo uniforme sul tessuto.

5.   Kakurezashi: a differenza del Sashiko tradizionale, qui si formano motivi geometrici usando fili di colore indaco o azzurro.

 

Come fare il Sashiko

Il Sashiko, che letteralmente significa “piccoli colpi“, si realizza con una serie di semplici punti che insieme formano un disegno geometrico. I fili utilizzati sono di qualità superiore rispetto al normale filo da ricamo, assicurando così una maggiore durata del lavoro. Generalmente, si usa filo bianco o non colorato, mantenendo il colore naturale delle fibre.