Foggia: in progetto la nuova rete aeroportuale pugliese

Il Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, in collaborazione col Ministro dell’Economia e delle Finanze, hanno scelto che il nuovo ente aeroportuale pugliese sarà formato dalla rete degli aeroporti di Bari, Brindisi, Foggia e Taranto. Secondo la direttiva UE 2009/12, legge n.27/2012, in conformità con piano nazionale degli aeroporti, la rete sarà                        ” …l’incentivazione alla costituzione di reti o sistemi aeroportuali, che si ritiene possano costituire la chiave di volta per superare situazioni di inefficienza, ridurre i costi e consentire una crescita integrata degli aeroporti, con possibili specializzazioni degli stessi…”

“Con questo sistema – ha dichiarato Emiliano – potremo utilizzare i guadagni di Bari e di Brindisi per Foggia e Taranto, senza incorrere in eccezioni o contestazioni da parte del ministero. Questo rafforza la rete e impedisce che qualcuno ci costringa a chiudere gli aeroporti meno trafficati, mettendoli tutti in sicurezza”.

Il Presidente di Aeroporti di Puglia, Tiziano Onesti, ha ribadito che “gli aeroporti sono infrastrutture essenziali per lo sviluppo non solo economico per la nostra Regione. L’armonizzazione e l’integrazione in Rete dei quattro scali determina la sostenibilità nel medio-lungo periodo anche degli scali minori (Foggia e Taranto Grottaglie), nell’ottica della salvaguardia del patrimonio pubblico statale e regionale, della “riserva di capacità” aeroportuale, in considerazione delle previsioni di incremento del traffico nel medio-lungo periodo definite nel Piano Nazionale degli Aeroporti e del miglioramento dell’accessibilità territoriale della Puglia. I positivi effetti sui singoli aeroporti, sulla Rete nel suo complesso, e quindi su passeggeri e compagnie aeree, sono evidenziati dall’effetto virtuoso della dinamica tariffaria, con un beneficio economico per l’utenza che si rifletterà nel miglioramento dei livelli di servizio, peraltro già apprezzati da importanti e prestigiose pubblicazioni anche di livello internazionale”.

La forza dell’applicazione del decreto risiederà nella scelta della condivisione tra diversi enti, in modo da diminuire i costi totali e trovare un accordo tra le diverse parti per la crescita comune.